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Il Museo Egizio di Torino è stato il primo della storia su questa civiltà, secondo solo a quello del Cairo. Gli orari, i percorsi e le visite all’interno della struttura, sono rimasti immutati nonostante i lavori di restauro che, dal 2008, coinvolgono il museo: si tratta, in realtà, di un grande progetto di ristrutturazione che prevede l’ampliamento della superficie complessiva dagli attuali 6mila e passa metri quadrati ai 12mila previsti dal progetto, che si concluderà nell’aprile del 2015.
Lavori eseguiti a porte aperte dunque, per non penalizzare il pubblico che, tra studiosi e semplici appassionati, ha continuato ad ammirare le opere esposte – oltre 6mila pezzi – che coprono il periodo compreso tra le origini, nel IV millennio a.C., fino al VI secolo d.C.
La storia del museo
Dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Egitto antico, il museo di Torino è stato, fin dall’inizio, meta di studiosi di fama internazionale, tra i quali l’esperto in geroglifici Jean-François Champollion, che studiando le opere esposte, contribuirono, di fatto, alla nascita dell’Egittologia.
La storia del museo inizia nel 1630 quando i Savoia acquisiscono una tavola d’altare in bronzo raffigurante cerimonie religiose in onore della dea Iside. Dopo la fondazione, un secolo più tardi, del Museo della Regia Università di Torino, Carlo Emanuele III di Savoia incarica il naturalista padovano Vitaliano Donati di compiere un viaggio in Egitto per acquistare oggetti antichi e manoscritti che potessero illustrare la storia della tavola stessa. Giungono così a Torino la statua della dea Iside, quella del faraone Ramesse II e quella della dea Sekhmet, insieme a diversi reperti storici tutti provenienti dalla Valle del Nilo.
Il periodo successivo fu fondamentale per la crescita del museo che, nominato ufficialmente nel 1824 Regio Museo delle Antichità Egizie, divenne a pieno titolo il luogo dove nacque l’Egittologia. Questo grazie a Carlo Felice di Savoia che acquisì un’ampia collezione di opere – tra statue, papiri, bronzi, mummie e sarcofagi – riunita in Egitto da Bernardino Drovetti, piemontese appassionato di storia antica, che qui trascorse un lungo periodo in qualità di console di Francia.
Dopo l’ultima importante acquisizione – il tempietto di Ellesija donato dall’Egitto all’Italia nel 1970 – il museo espone attualmente circa 6mila e 500 oggetti, mentre oltre 25mila reperti – per necessità conservative o perché hanno un interesse unicamente scientifico – sono depositati nei magazzini.
Il percorso espositivo e le opere in mostra
La collezione conservata nel Museo Egizio di Torino, come dicevamo, accoglie numerosi reperti storici, tra oggetti legati alla vita quotidiana e documenti che descrivono l’arte e le tradizioni dell’antico Egitto. Simbolo della raccolta, la statua del faraone Ramesse II, considerata tra i capolavori assoluti della scultura egizia. Quella più antica, invece, è la statua della principessa Redi, risalente al 2800 a.C. circa. Accanto alla sezione dedicata ai sovrani, quella delle mummie e degli animali sacri, collegati al culto della divinità. I diversi aspetti della vita quotidiana, invece, sono raccontati dal vasellame utilizzato per mangiare e per la conservazione dei cibi, dalle ceste, dai bauli e dalla biancheria; mentre zappe, punteruoli, martelli, crogioli di fusione e colori documentano le arti e i mestieri dell’epoca. Una sezione particolare di oggetti, infine, tra i quali cocci e schegge di calcare, accoglie gli strumenti utilizzati dagli scribi per appunti, esercizi e disegni.
Il percorso espositivo, infine, è articolato su tre piani, con un tempo medio di visita non inferiore alle 2 ore.
Come dicevamo all’inizio, il Museo Egizio di Torino è attualmente al centro di un grande progetto di ampliamento, voluto per adeguare la struttura ai più moderni standards museali. I lavori, che dovrebbero concludersi, secondo le previsioni, nell’aprile del prossimo anno, prevedono un ampliamento della superficie espositiva, la ristrutturazione del palazzo e il miglioramento delle esposizioni. Accanto a questo tipo di intervento, anche il miglioramento dei servizi informativi per il pubblico e, ovviamente, la salvaguardia delle collezioni. Tutto il materiale esposto nel museo, inoltre, è accessibile sul sito web della struttura, costantemente aggiornato sulle opere, sulle datazioni e sulla bibliografia.
Per tutti gli appassionati, dunque, e non solo, il Museo Egizio di Torino rappresenta una della tappe fondamentali per acquisire informazioni sulla storia dell’Egitto: qui, e vale la pena ripeterlo, è nata l’Egittologia, poiché gli studiosi, per la prima volta hanno potuto esaminare una collezione completa. Continuamente a disposizione degli esperti, la documentazione esposta nella struttura – insieme a quella, vastissima, utilizzata per le indagini storico-scientifiche – è la più importante al mondo per il valore dei reperti, seconda solo a quella del Cairo. Un tesoro dal valore inestimabile che racconta la storia di una delle civiltà fondamentali per tutta la storia dell’uomo.
Orari, tariffe e visite
Il Museo Egizio di Torino è aperto al pubblico da martedì a domenica, dalle 8.30 alle 19.30 (l’ultimo ingresso un’ora prima), con chiusura settimanale il lunedì.
Il costo del biglietto è di 7,50 euro, mentre quello ridotto (per ragazzi dai 18 ai 25 anni, persone oltre i 65, insegnanti e accompagnatori di visitatori disabili) è di 3,50 euro. Entrano gratis, invece, i minori, i disabili, i dipendenti de Ministero dei Beni Culturali e gli studenti di facoltà con indirizzo storico-artistico.
Il Museo offre, inoltre, la possibilità di effettuare visite guidate, sia per gruppi che per singoli, con tariffe che variano in base alla tipologia di visita e al tempo impiegato. In ogni caso la prenotazione è obbligatoria.
Per qualsiasi informazione, infine, telefonare ai numeri 011-440 6903 o 011.5617776, oppure consultare il sito web www.museoegizio.it
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