Il Pd si divide anche su Mussolini cittadino onorario di Bergamo. A bisticciare due renziani. Da una parte Emanuele Fiano, padre della recente legge contro la propaganda fascista. Dall’altra Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato alla presidenza della regione Lombardia.
Motivo della disputa? Una questione vecchia di decenni ma tornata attuale da alcuni anni. Nel 1924 il Comune di Bergamo conferì a Benito Mussolini la cittadinanza onoraria, per celebrare il primo anno della rivoluzione fascista.
Fu, ovviamente, una cittadinanza imposta ai sindaci di tantissime località italiane dal Partito nazionale fascista.
Solo che quasi tutte le città, nei decenni successivi, la cittadinanza onoraria a Mussolini l’hanno revocata.
Bergamo no, invece, e per ora non ci pensa proprio. Nonostante proteste, appelli e una raccolta firme dei bergamaschi.
La posizione presa dal sindaco Gori non piace a Fiano, padre della Legge Fiano contro l’apologia del fascismo.
Legge che qualcuno, provocatoriamente, vorrebbe estendere anche all’apologia del comunismo, come in provincia di Parma.
Cosa ha detto Fiano? «Non mi piace per niente che ci siano ancora delle cittadinanze onorarie a Mussolini, che considero un assassino. Trovo singolare che si mantenga una cittadinanza onoraria per un assassino».
Cosa ha risposto Gori? «La cittadinanza lasciamola come monito, proporne la cancellazione è un errore che denuncia una mancanza della necessaria distanza dai fatti della storia, una sorta di rivincita a posteriori che però non cambierebbe nulla».
Contro la decisione di Gori di lasciare la cittadinanza onoraria a Bergamo per Mussolini, oltre al presidente della provincia di Bergamo Matteo Rossi e al vicesindaco Sergio Gandi, diverse associazioni partigiane e la comunità ebraica.
«Fiano ha pienamente ragione. Lasciare la cittadinanza in onore di un assassino e di un gangster, come Mussolini è stato, è un errore clamoroso: che sputtana la stessa città, in questo caso Bergamo – tuona ad esempio Tullio Montagna, coordinatore lombardo dell’Associazione dei Partigiani – A Gori dico che il Fascismo è stato anche un’associazione per delinquere: bisogna avere orrore di questa esperienza, altro che lasciare le onorificenze».