Il primo ministro libico ha deciso di sospendere la ministra Najla Al Mangoush in seguito all’incontro “segreto” avvenuto tra quest’ultima e il suo omologo israeliano. L’incontro è avvenuto a Roma e non appena è stata diffusa la notizia si sono scatenate le proteste a Tripoli ma anche in altre zone della nazione.
La popolazione è scesa in piazza per chiedere le dimissioni, ma ha anche dato vita a atti di violenza bruciando pneumatici e bandiere israeliane. Ora una commissione investigativa dovrà compiere un’indagine su Najla Al Mangoush per fornire un rapporto completo sulla donna e sull’incontro che si è tenuto a Roma. Moltissime sono le critiche che si stanno susseguendo contro l’attuale governo.
Abdelamid Dbeibah, primo ministro del libico, ha deciso di sospendere, a titolo precauzionale, la ministra Najla Al Mangoush degli Esteri e l’ha denunciata.
Per la ministra verrà avviata un’indagine penale dopo che ha avuto un “incontro segreto” con Eli Cohen, il ministro degli Esteri israeliano. Questo incontro è avvenuto a Roma.
Come è trapelata la notizia dell’incontro tra i due si sono scatenate forti proteste nella capitale libica, Tripoli. Nella serata di ieri, 27 agosto 2023, la popolazione è scesa in piazza dando luogo a episodi piuttosto violenti.
Sono stati bruciati pneumatici e bandiere di Israele e a gran voce la gente ha chiesto le immediate dimissioni della ministra Mangoush. Questi episodi sono stati riportati e raccontati da The Libya Observer e The Libya Update secondo i quali i disordini si sono scatenati in più quartieri.
Secondo quanto riportato da Alwasat, questa decisione del primo ministro di Tripoli ora porterà alla formazione di una commissione investigativa.
La commissione sarà guidata dal ministro della Giustizia e vedrà la partecipazione del ministro degli Enti Locali, del direttore del Dipartimento Affari Legali e Reclami del Gabinetto.
La commissione investigativa si occuperà di eseguire un’indagine approfondita sulla ministra degli Esteri Najila Al Mangoush e fornirà un rapporto completo al primo ministro nei prossimi giorni.
A sostituire Najla Al Mangoush nel suo ruolo di ministro ci sarà per il momento il ministro della Gioventù Fathallah Abdullatif al-Zini.
Mohammed Menfi, capo del Consiglio presidenziale della Libia, è stato il più insistente a chiedere al primo ministro di fornire informazioni e spiegazioni sull’incontro che si è tenuto a Roma.
Menfi ha inviato una lettera a Dbeibah, secondo quanto riferisce Alwasat, in cui si afferma che l’incontro avvenuto tra i due ministri a Roma non rispecchia in alcun modo la politica estera del governo libico.
Per questo secondo Menfi c’è una chiara violazione delle leggi libiche che “criminalizzano la normalizzazione con l’entità sionistica”.
Questa direttiva è basata sugli esiti ottenuti nel Forum di dialogo politico libico che è stato firmato a Ginevra il 7 novembre del 2020.
Questo documento affida al Consiglio di presidenza la supervisione del dossier di politica estera.
A parlare in merito all’incontro è stato anche l’ex capo dell’Alto Consiglio di Stato della Libia, Khalid al-Mishri che ha affermato che l’attuale governo esecutivo, governo di unità nazionale riconosciuto da tutta la comunità internazionale, ha oltrepassato ogni limite e deve essere “mandato a casa”.
Il governo sarebbe andato oltre ignorando le linee proibite e per questo per al-Mishri è “un dovere abbatterlo” le sue parole sono state riportate da The Libya Update.
Secondo l’uomo ci sono già stati incontri precedenti tra funzionari libici e le zone dei territori occupati.
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