Nancy Pelosi a Taiwan, tensione altissima tra Stati Uniti e Cina

Nancy Pelosi atterra in visita a Taiwan innescando tensioni altissime tra la Cina e gli Stati Uniti. Immediata la risposta cinese che schiera l’esercito annunciando esercitazioni intorno all’Isola.  

Nancy Pelosi atterra a Taiwan
Nancy Pelosi al suo arrivo a Taiwan-Nanopress.it

Impegnata nel suo viaggio in Asia la democratica, speaker della Camera ha fatto tappa a Taiwan. Dal 1997 ad oggi, la Pelosi, è la carica americana più alta a mettere piede sull’isola. Il suo arrivo a Taipei, trasmesso in diretta sul canale del ministero degli Esteri, ha subito, però, innescato reazioni da parte di Pechino.

La Cina è intenta in un processo di riunificazione, giustificano così le alte cariche dello Stato l’annessione dell’isola. L’arrivo della statunitense violerebbe, quindi, la loro sovranità è quanto si evince da alcune dichiarazioni.

In particolare il ministro degli Esteri Wang Yi accusa Washington di “tradimento” e di essere “il più grande distruttore della pace odierna”. L’esponente del Governo cinese ha poi annunciato esercitazioni militari a fuoco vivo in sei aree marittime da giovedi a domenica. Taiwan, intanto, ha già denunciato l’incursione di 21 caccia cinesi.

Il viaggio di Nancy Pelosi

E’ questo il secondo scalo della democratica a capo della delegazione del Congresso degli Stati Uniti. La prossima visita, la terza, è prevista a Seul in Corea del Sud. Le tensioni, però, che stanno accompagnando il viaggio della speaker della Camera riguardano anche le quattro navi da guerra statunitensi schierate al largo dell’Isola.

Una esercitazione standard è la motivazione ufficiale della loro presenza in quelle acque. Il Pentagono, però, precisa che per una questione di sicurezza internazionale non è da escludere una permanenza delle stesse.

Per l’esponente della Amministrazione Biden la sua presenza è un chiaro impegno per la democrazia.

Taiwanesi contestano arrivo di Pelosi
Taiwanesi contestano l’arrivo di Nancy Pelosi-Nanopress.it

Furiosa la Cina dal canto suo, vittima di forti ingerenze da parte di un governo straniero, secondo il loro punto di vista. Esercito mobilitato con aerei da guerra che lambiscono i confini ed alcune navi, sempre delle forze armate, che stazionano nei pressi dell’isola la risposta messa in atto per ora.

Ritorsioni, o almeno tali sembrerebbero essere, anche a livello economico con il governo di Pechino che ha sospeso l’importazione di beni alimentari da almeno 180 imprese di Taiwan.

Tensione altissima nella quale si inserisce anche la Russia. Il portavoce di Putin, infatti, afferma che la visita degli Stati Uniti in Asia è una provocazione.

Anche Abu Mazen, il leader della Palestina, si è schierato al fianco della Cina e del suo diritto a difendere la propria sovranità ed a riunificare i propri confini. La Cina del resto è una sostenitrice della causa Palestinese.

Intanto l’ambasciatore statunitense in Cina, Nicholas Burns, viene convocato in piena notte dal  viceministro degli Esteri cinese Xie Feng.

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