Desta preoccupazione l’entità della dispersione scolastica registrata a Napoli, dove 105 genitori sono stati denunciati.
Questi non hanno mandato a scuola i propri figli nell’anno scolastico 2022/2023. Sono stati informati anche i servizi sociali, infatti la fascia d’età di questi 65 ragazzi è compresa fra gli 8 e i 14 anni. Le indagini sono affidate alla compagnia dei carabinieri di Pozzuoli.
Allarmante il quadro delineato dalle indagini dei carabinieri del Napoletano, in merito alla dispersione scolastica. Secondo quanto accertato dai militari infatti, 65 bambini di età compresa fra gli 8 e i 14 anni, non hanno frequentato la scuola nell’anno scolastico che volge al termine.
Il fenomeno è stato registrato in queste ore fra i comuni di Pozzuoli e Quarto e colpevoli di ciò sono coloro che invece per primi dovrebbero preoccuparsi degli obblighi scolastici, ovvero i genitori di questi ragazzi. Sono 105 coloro a cui sono arrivate le denunce, infatti sono stati segnalati alla Procura ordinaria, a quella dei minorenni e anche ai servizi sociali.
Esercitavano la potestà genitoriale regolarmente ma non è chiaro come mai in un’età così importante per frequentare la scuola a livello educativo e sociale, abbiamo deciso di fare diversamente. L’istruzione inferiore, della durata di almeno 8 anni, è gratuita e obbligatoria. A livello generale l’abbandono scolastico è molto diffuso nelle regioni del sud, superando di gran lunga la media nazionale.
È stato accertato che questi bambini, durante l’orario consueto delle lezioni, erano a casa e non in classe. Il bilancio di quest’anno non parla solo di voti ma anche esperienze e ricordi, questa di certo è una bruttissima pagina dell’istruzione del nostro Paese che non rappresenta assolutamente il sistema scolastico italiano.
Gli insegnanti sono importantissimi nella vita di un bambino, specialmente in una fase delicata come i primi anni, quelli in cui si è alla scoperta del mondo. In questa fase il ruolo degli educatori è fondamentale per far conoscere e anche aiutare nella socializzazione con i coetanei, incredibile pensare che un genitore, il primo che dovrebbe essere una guida, decida di togliere il proprio figlio dalla formazione obbligatoria.
Siamo nel 2023 ma ancora leggiamo di queste notizie che ci portano un po’ indietro nel passato, quando la scuola era trascurata e si prediligeva il lavoro anche in giovanissima età. I carabinieri sono sempre in prima linea nel contrastare la dispersione scolastico, caposaldo di una società civile.
La compagnia di Pozzuoli ha segnalato diversi nuclei familiari che ora potrebbero perdere la patria potestà sui figli. Casi analoghi li abbiamo visti anche altre volte, ad esempio nel 2021 una coppia di Gaeta non mandò il figlio di 12 anni a scuola, così i suoi insegnanti li denunciarono alle forze dell’ordine.
Privati dell’istruzione di base anche i figli di 18 genitori di Noto, questi ultimi sono stati segnalati e le indagini più approfondite hanno portato a evidenziare che il fenomeno coinvolgeva anche altri nuclei familiari.
Scuole primarie e di primo grado sono interessate ancora oggi dalla dispersione scolastica, un sintomo di disagio che sembra inarrestabile. Complesso e articolato, questo fenomeno non è facile da arginare.
L’insuccesso scolastico porta a conseguenze di ordine umano e sociale, spesso può assumere una forma di esclusione che segnerà i bambini per tutta la vita adulta. Tale fenomeno è il risultato di alcuni fattori che hanno come conseguenza l’irregolare fruizione dei servizi dell’istruzione da parte dei giovani ragazzi. Quando parliamo di dispersione scolastica intendiamo la totale non scolarizzazione anche ai livelli iniziali, quindi la scuola elementare.
In altri casi invece i bambini iniziano a frequentare la scuola ma poi la lasciano. Ancora, il fenomeno comprende anche la ripetenza, ossia la condizione di chi deve frequentare nuovamente lo stesso corso per esito negativo.
Questo porterà a cittadini che non hanno le competenze adeguate per partecipare alla vita sociale e integrarsi al meglio con gli altri. Psicologicamente è una problematica di grande impatto, specialmente nelle persone fragili. Ricordiamo però che i disagi non ci sono solo nella vita adulta ma anche in tempo reale, quindi da bambini, perché viene a mancare la socializzazione con i propri coetanei.
Il tasso di dispersione è molto alto e per arginarlo è importante capire le cause. Quasi mai l’abbandono della scuola è riconducibile a un solo fattore, di solito è il risultato di più elementi come la composizione della classe, la provenienza etnica, la classe sociale, l’orientamento religioso, il funzionamento dell’istituto in questione e altri.
Purtroppo non frequentare la scuola dell’ordine impedisce ai bambini di poter proseguire con un percorso di studi, questo li porterà a non essere competitivi sul mondo del lavoro, anzi a non potersi candidare e quindi vivere in una situazione disagiante.
Appare evidente che la riuscita scolastica sia legata a orientamenti positivi verso la scuola da parte delle famiglie, anche perché quando il bambino è minorenne spetta ai genitori indirizzarlo in questo senso quindi possiamo dire che la dispersione scolastica è dovuta al loro operato.
Nel rapporto Eurostat del 2022 il tasso di dispersione scolastica ha raggiunto il 12,7%, un valore altissimo che bisogna abbassare assolutamente perché ad oggi, un alunno su 10 resta ai margini della società. Una società dove per integrarsi c’è bisogno di saper parlare, leggere, scrivere ma soprattutto esprimere le proprie idee. Incredibile che due genitori decidano di togliere senza motivo un bambino dalla grande opportunità che rappresenta l’istruzione scolastica di base.
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