Rosy Bindi finisce al centro di polemiche per la sua frase sulla camorra come “dato costitutivo” di Napoli. Un vero e proprio polverone che sta contrapponendo la presidente della Commissione Antimafia e le autorità della città e della Regione, a partire dal sindaco partenopeo Luigi De Magistris. La Bindi si trovava nel capoluogo campano per una due giorni di missione in un momento molto delicato: le faide tra le gang criminali sono sfociate nell’omicidio del 17enne Genny Cesarano al Quartiere Sanità e la violenza sta crescendo in diverse zone della città. In conferenza stampa, dopo aver ascoltato il prefetto Pantalone, i comandanti provinciali delle forze dell’ordine, i vertici giudiziari del Distretto, il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti e il sindaco, la Bindi ha tirato le fila della giornata, mettendo al centro la capacità della camorra di coinvolgere i “minori non solo come manovalanza, che è un dato di sempre, ma come una vera e propria autorganizzazione con i minori che diventano veri e propri capi”. Poi la frase tanto contestata. “La camorra è un dato costitutivo di questa società, di questa città, di questa regione. Siamo particolarmente preoccupati”.
Se le parole della Bindi già di per sé avevano scatenato l’indignazione del primo cittadino, il titolo riportato da alcuni media su “la camorra nel Dna di Napoli”, ha fatto il resto.
“Sono saltato sulla sedia quando ho sentito quella frase che non condivido per nulla”, ha immediatamente risposto De Magistris che ha chiesto spiegazioni su quelle parole che ritiene “offensive, aberranti e false”. “La storia di Napoli è rappresentata dalla sua gente, dalla cultura, dal paesaggio, dal patrimonio artistico, dalle tradizioni popolari, culinarie, artigianali. Millenni di storia non possono sopportare un tale insulto”.
Di “offesa sconcertante a Napoli e ai concittadini” ha parlato anche il presidente della Regione Vincenzo De Luca e anche il procuratore capo Giovanni Colangelo si è schierato a difesa della città sottolineando che la “criminalità rappresenta solo una minima parte della popolazione”.
Rosy Bindi però non ha voluto fare passi indietro. Ha invece spiegato le sue parole, insistendo sul concetto chiave di non negare l’esistenza della camorra come primo passo per combatterla. “La camorra è parte costitutiva della società a Napoli, questo è ormai un dato centenario. Perché dobbiamo scandalizzarci di questa affermazione? Così si diventa complici”, ha dichiarato.
Che la camorra faccia parte della storia recente di Napoli è fuori discussione ed è anche un’ovvietà; che sia “un dato costitutivo” è però eccessivo. Forse, invece di fare polemiche sulle singole parole, sarebbe il caso che tutti, a partire dai politici, anche quelli che si mischiano da anni con il malaffare e si arricchiscono, si rimboccassero le maniche e si mettessero d’accordo per cancellare la camorra da Napoli.
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