Un gruppo composto da 25 medici dell’Ospedale Cardarelli di Napoli ha deciso di rassegnare le dimissioni, in quanto sostengono che – nelle condizioni in cui si trova il pronto soccorso – non possono assistere come dovrebbero i pazienti. La CGIL tuona: “Lesa la dignità dei cittadini”.
La situazione è molto tesa all’Ospedale Cardarelli di Napoli, dove 25 medici del pronto soccorso hanno deciso di chiedere le dimissioni: “Così non siamo in grado di assistere i pazienti”, fanno sapere i dottori che si ritrovano ad affrontare, ogni giorno, criticità sempre più elevate nello svolgimento del loro lavoro.
Napoli, 25 medici chiedono le dimissioni all’Ospedale Cardarelli
Protesta all’ospedale Cardarelli di Napoli: ben 25 medici del pronto soccorso hanno deciso di inviare un preavviso di dimissioni, in quanto, come loro stessi affermano “nelle condizioni date non siamo più in grado di svolgere il nostro lavoro e dare una assistenza adeguata e dignitosa ai pazienti”.
Una situazione molto delicata che ha indotto la direzione della struttura ospedaliera a prendere provvedimento al fine di trasferire i pazienti bisognosi di cure in altri ospedali, al fine di ridurre la pressione che, fino a questo momento, è stata esercitata sul pronto soccorso.
Una situazione di difficoltà che dura da diversi mesi
La decisione elaborata dai medici che hanno deciso di rassegnare le dimissioni deriva da condizioni più volte denunciate anche attraverso proteste che da mesi vanno avanti per far luce sulla congestione che si è venuta a creare all’interno del pronto soccorso del Cardarelli e, di conseguenza, anche nello svolgimento della professione medica.
Il pronto soccorso del Cardarelli – che è l’ospedale più grande del Sud Italia – è oberato di lavoro, a causa dei molteplici accessi giornalieri che creano rallentamenti e scarsa gestione delle esigenze dei pazienti che si rivolgono all’ospedale.
Tanti malati, infatti, sono costretti a rimanere sdraiati sulle barelle anche per diverse ore in attesa che un medico possa effettuare la visita: inoltre, anche gli spazi sono limitati e ristretti, visto che le barelle sono accalcate una accanto all’altra, non garantendo – in tal senso – né il distanziamento, né un certo livello di privacy per i pazienti.
La Fp CGIL sostiene che, a causa della situazione che si è venuta a creare al pronto soccorso dell’ospedale, si va a ledere “la dignità dei cittadini”, che non riescono ad avere un servizio di assistenza, nonché la “dignità degli operatori sanitari”, i quali trovano difficoltà a svolgere le proprie mansioni all’interno della struttura ospedaliera partenopea.