Napoli e Lazio hanno la miglior differenza reti della Serie A (e non è casuale)

Napoli e Lazio continuano a splendere in una Serie A che sta imponendo diverse forze nella parte sinistra della classifica. Azzurri e biancocelesti sono due realtà diverse, ma con principi di gioco simili e che stanno pagando i loro dividendi in questa stagione, sotto il profilo del possesso palla e dei risultati. I big match di ieri contro Roma e Atalanta l’hanno dimostrato per l’ennesima volta negli ultimi due mesi e non possono più essere considerati casi isolati, tant’è vero che stiamo parlando dei club con la migliore differenza reti del torneo.

Osimhen
Victor Osimhen – Nanopress.it

L’undicesima giornata deve ancora finire, eppure ci sono già tanti dati da valutare, soprattutto per quanto riguarda la vetta della classifica. Con le sconfitte di Atalanta e Udinese, che non sono arrivate a caso, e il Milan che si conferma uno dei gruppi più accreditati alla vittoria dello scudetto, le sorprese più significative sono costituite da Napoli e Lazio. E non si può trattare di un fuoco di paglia per il calcio che stanno esprimendo fin dalle calde settimane di agosto. I dati suggellano la partenza da sogno delle due squadre.

La Lazio vola nelle parti alte della classifica e con la migliore differenza reti

Secondo molti, l’undicesima giornata di Serie A rappresentava un bivio niente male per le ambizioni scudetto delle principali squadre in corsa. Tutte insieme, infatti, si trovavano a darsi battaglia Fiorentina e Inter, Atalanta e Lazio e, per finire, Roma e Napoli. In tutti e tre i match, hanno prevalso i club fuori casa, ma non è questo il dato che oggi ci preme sottolineare per valutare ciò che il campionato ci ha regalato in quest’inizio di stagione.

Se per l’Inter si trattava di un bivio cruciale per segnare in rosso le ambizioni di risalita in classifica, per Lazio e Napoli si trattava di dare un’altra conferma al mondo del calcio sul fatto che fino alla fine ci saranno anche loro, in Italia e in Europa. Il segnale è arrivato forte e chiaro con due vittorie pesanti in trasferta, a carico di dirette concorrenti per il primo posto e per la zona Champions League. E senza subire gol, un dato che già si somma a due delle migliori difese del torneo.

I biancocelesti, infatti, nel tardo pomeriggio, sono passati a Bergamo contro il club di Gian Piero Gasperini contro una squadra che non aveva mai perso in Serie A. Uno 0-2 sonoro e con poche attenuanti, meritato ecco. A sorprendere non è tanto il terzo posto che il club della Capitale occupa, nonostante una rosa per larghi tratti peggiore ad alcune che stanno alle spalle, ma i numeri di un inizio di stagione magnifico per i biancocelesti.

Sarri
Maurizio Sarri – Nanopress.it

Sono loro ad avere la miglior differenza reti del campionato, un +18 che ha tanto lavoro e tante motivazioni alle spalle. La Lazio, infatti, ha a referto solo 5 reti subite, la miglior difesa dell’intera Serie A, che rispetto a solo pochi mesi fa rappresenta un netto miglioramento. E probabilmente totalmente inaspettato per tutti gli analisti e i bookmakers. Merito sicuramente del calciomercato, dato che sono arrivati Romagnoli e Casale che stanno facendo benissimo nella retroguardia di Sarri e si trovano perfettamente a loro agio nel 4-3-3 del tecnico toscano. E anche Vecino che dà maggiore copertura all’intero reparto, con la sua fisicità e le sue corse, che l’allenatore ex Chelsea rende proficue e corrette. Poi Provedel dà maggiore sicurezza al reparto, sia nelle uscite sia tra i pali e rappresenta un’arma potente per una difesa che ha avuto alle spalle un portiere molto più solido e convincente rispetto a Reina e Strakosha, soprattutto.

La squadra è più corta, più compatta e gioca maggiormente in concerto, chiudendo le linee e ripartendo velocemente in contropiede con gli attacchi in profondità di Immobile e degli esterni. E poi la gestione del pallone è sempre più accurata: se non si perde la sfera, non la possono avere gli avversari e si subisce di meno, inevitabilmente. Il lavoro che ha portato più di un anno di Sarri e di sarrismo si fa sentire e sta pagando i suoi frutti.

Ieri contro l’Atalanta è arrivata la ciliegina sulla torta, per un undici che è riuscita ad anestetizzare totalmente gli attacchi di Muriel e compagni, ripartendo con tempi corretti e una gestione del possesso di altissimo livello. La forma smagliante di Zaccagni e Felipe Anderson non ha aiutato i bergamaschi che si sono fermati proprio contro una diretta concorrente.

Ora cosa ci si può aspettare dal club biancoceleste di Roma? Beh, l’impalcatura di gioco creata ha portato 23 gol realizzati e non solo da Immobile, affatto. È difficile pensare che una tale striscia possa proseguire senza il capitano ed epicentro del gioco offensivo. Alla lunga, alcuni punti potrebbero essere lasciati per strada, ma ora come ora è complicato pensare a una Lazio fuori dalle prime quattro in classifica, che poi è l’obiettivo stagionale dei ragazzi di Sarri. E poi, perché no, si potrebbe tranquillamente ragionare anche in ottica scudetto, ma bisognerà valutare anche la ripartenza dopo il Mondiale, da gennaio in poi, vista la lunga interruzione che aspetta la Serie A e i club.

Per il Napoli non è proprio lecito smettere di sognare

Andando un po’ più a Ovest e verso il mare, i sogni diventano ancora più luccicanti ed è sempre più difficile non farli diventare solide realtà. Il Napoli non sarà più di Sarri, ma Spalletti sta svolgendo un lavoro altrettanto imponente e spettacolare. Il 4-3-3 o 4-2-3-1, dipende dalle occasioni, non è solo moderno per le interpretazioni dei ruoli, ma è al servizio dei calciatori che stanno trovando il loro splendore individuale e di gruppo nel contesto intessuto dal tecnico di Certaldo.

Pensate al lavoro degli esterni. Non è raro trovare Di Lorenzo e Mario Rui praticamente sulla trequarti laterale, da centrocampisti aggiunti, con gli attaccanti e almeno due centrocampisti che si buttano in area per tentare la via del gol. E gli attaccanti puntano continuamente i terzini avversari, fino a sfiancarli a furia di accelerazioni, sterzate, finte e controfinte.

E se non bastasse anche lo sfogo centrale è eccezionale e molto equilibrato per i campani. Lobotka è il metronomo che non perde mai il pallone e lo ripulisce sempre, di cui ogni squadra avrebbe bisogno, permettendo a gente come Anguissa o Ndombele di gettarsi in area in maniera praticamente letale. E la difesa ne soffre? Assolutamente no. Nonostante Kim e Rrahmani siano costretti praticamente a giocare uomo contro uomo, lasciano la linea alta e coprono senza paura, impostando l’azione al meglio.

Non sembrano esserci difetti in un gruppo rivoluzionato da capo a piedi la scorsa estate e che ha potuto apprezzare il miglior Spalletti al comando. Neanche la rosa corta, che è un altro fattore risolto in sede di calciomercato nei mesi passati. Basti pensare a cosa stanno rappresentando Osimhen e Raspadori. Che sia dalla panchina o da titolari, non hanno affatto deluso le aspettative e senza pretendere la titolarità assoluta. Con il ritorno di Osimhen si sono riaccomodati in panchina e il nigeriano, con il suo strapotere fisico e il suo fiuto per il gol, è tornato a fare la differenza, come se l’infortunio non ci fosse mai stato. La Roma di Mourinho ne sa qualcosa. E nonostante abbia applicato una fase difensiva attenta e accorta che comunque ha limitato per lunghi tratti gli attacchi degli ospiti.

E ci siamo tenuti il meglio per la fine. La maggiore bocca di fuoco offensiva del Napoli è un Kvaratskhelia che in pochi si sarebbero aspettato già a livelli del genere. L’esterno d’attacco, invece, ha dimostrato di aver ripagato ogni centesimo speso dai partenopei e con una continuità negli strappi e nel gioco che solo i grandi hanno.

Il georgiano prende la palla e punta direttamente la porta, senza alcun compromesso. E sono stati in pochi fino a oggi a capirci qualcosa, non solo in Italia. Anche nel percorso europeo, in Champions League, si è imposto come uno dei migliori nel suo ruolo e infatti il Napoli è già agli ottavi di finale, meritatamente. Ciò che più fa impressione è che i margini di miglioramento per questo gruppo sono ancora tanti e porsi limiti ora sarebbe veramente esageratamente pessimista.

Tutto ciò che vi abbiamo descritto ci torna indietro per analizzare i numeri della capolista della Serie A. I gol realizzati sono 26, il miglior attacco del torneo, quelli subiti solo nove. Basta una semplice sottrazione per rendersi conto che si tratta della seconda miglior differenza reti del campionato, solo dietro alla Lazio, con il valore di +17, segno di un attacco che segna con estrema facilità e di una difesa che tiene botta come poche, senza bisogno di barricarsi tutti in area di rigore.

A questo punto, ci facciamo la stessa domanda che ci siamo fatti per i biancocelesti di Sarri: cosa possiamo aspettarci dal Napoli? Vista la mole di gioco espressa, le convinzioni tecniche e tattiche dimostrato, l’allenatore e la qualità degli interpreti in campo, sarebbe strano se i partenopei non arrivassero tra le primissime a fine stagione. Tanto che per molti, e anche per i bookmakers, sono i favoriti al primo posto e alla vittoria dello scudetto. Certo, in una stagione così lunga e piena di impegni, vanno considerati anche i possibili cali fisici e gli infortuni con cui Spalletti potrebbe tornare a combattere, ma in fin dei conti la rosa è stata pensata per arrivare fino alla fine e sopperire a tutte le possibili defezioni. E, Champions League a parte, da gennaio sarebbe anche più facile gestire tutto e portare a casa punti ancora più pesanti.

 

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