Sospensione dal pubblico esercizio: questa accusa, i Carabinieri hanno notificato a due infermieri in servizio all’Asl Napoli 1 Centro, dopo che questi si sono resi responsabili di alcuni gravi reati.
Falso ideologico, truffa e peculato sono i capi d’accusa mossi contro i due infermieri secondo quanto è stato ricostruito dalla Procura di Napoli.
Vendevano materiale appartenente alla pubblica amministrazione a dei privati, guadagnando poi introiti che andavano a finire nelle loro tasche. Con queste prove, e con altri capi d’imputazione verso di loro, due infermieri in servizio presso l’Asl Napoli 1 Centro.
Il materiale del quale i due si erano appropriati per venderlo era il kit per eseguire tamponi molecolari con lo scopo di poter effettuare tale esame per conto di terzi. Reati quali falso ideologico, truffa e peculato sono a carico dei due infermieri.
Dalla vendita di questo materiale, come dicevamo, appartenete alla pubblica amministrazione, i due ne traevano illecito compenso, inserendo, poi, i nominativi nella lista dei dipendenti Asl e dando attestazione, falsamente, della presenza dei requisiti che legittimano la lavorazione del prelievo stesso.
Stando alle indagini portate avanti dalla Procura di Napoli, uno dei due infermieri avrebbe, anche, simulato un inesistente impedimento per andare a lavoro, per poter partecipare ad un corso formativo, sempre in ambito sanitario. La ricostruzione fatta dalla stessa Procura, ha portato, poi, all’emissione dell’ordinanza applicativa della sospensione dall’esercizio del pubblico servizio.
Stando a quanto appurato dalle indagini, durante il periodo più critico della pandemia da Covid, i due infermieri (che, fra l’altro, sono fratelli) si sono impossessati di circa 100 tamponi anti Covid e li hanno, poi, utilizzati per amici e parenti, facendoseli pagare ben 50€ ognuno.
Sono stati, per questo, scoperti dai Nas dei Carabinieri di Napoli che hanno, poi, notificato loro l’ordine di sospensione. La tecnica usata dai due fratelli, per ricavarne illeciti profitti, era quella di praticare i tamponi sottratti all’Asl dove lavoravano, e inserire, poi, nel database i nomi di quelli che erano “loro clienti”. Si è poi scoperto che quelle persone così registrate, non erano dei dipendenti dell’Asl dove i due lavoravano.
Un’indagine minuziosa che ha portato, infine, anche alla scoperta che uno dei due fratelli infermieri risultava essere in malattia ma, in realtà, stava partecipando a un corso formativo in ambito sanitario. Il giudice, per i due infermieri, ha emesso l’ordinanza di sospensione dall’esercizio del pubblico servizio per la durata di un anno.
Dal canto suo, l’Asl Napoli 1 Centro ha fatto sapere che, con una delibera creata appositamente, ha già provveduto alla sospensione dei due infermieri e ha, anche, avviato un provvedimento disciplinare nei loro confronti. La partenza delle indagini verso i due fratelli era partita proprio dall’Asl che aveva notato e rilevato un comportamento strano ed anomalo da parte dei due dipendenti.
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