Una terribile vicenda ci arriva da Napoli, dove una bambina di 10 anni sarebbe stata abusata dalla sua insegnante, amica di famiglia.
Le indagini sono scattate dopo che la piccola ha raccontato tutto ai genitori, che subito si sono recati al commissariato di zona per denunciare le violenze subite da parte di una persona di cui si fidavano molto, perché conoscente da tanti anni.
Da Napoli arriva una nuova storia di abusi su una minore, da parte di figure che invece dovrebbero occuparsi di formare i giovani.
La protagonista della storia di oggi è una bambina di 10 anni, che ha trovato il coraggio di raccontare ai genitori cosa le accadeva a scuola, nonostante la paura di ritorsioni ancora più gravi da parte della sua insegnante.
Questa era un’amica di famiglia da molto tempo e proprio per questo i genitori della piccola sono rimasti increduli nell’apprendere che abusava di lei sessualmente. Si tratta di una donna di 60 anni che ora finirà a processo proprio perché la bambina, con il suo racconto, ha fatto scattare le indagini a suo carico.
Nessuno poteva pensare che quella donna fosse un mostruoso orco, a partire dai genitori della bambina che subito su sono recati dai Carabinieri di zona appena appresa la terribile notizia.
La versione della piccola protagonista, la cui identità rimarrà nascosta per motivi di privacy e sicurezza, è stata ripetuta anche alle forze dell’ordine e da questa sono emersi dettagli molto inquietanti.
Le indagini
La maestra di 60 anni finirà a processo perché, sfruttando il rapporto di fiducia ha abusato della bambina in più occasione e dovrà ora rispondere dell’accusa id violenza sessuale aggravata. Ora è stata rinviata a giudizio dal gip Enrico Campoli del Tribunale di Napoli.
Nel processo si è costituito parte civile il ministero dell’Istruzione e i genitori della bambina. Su questo fatto gravissimo anche la scuola in questione chiede chiarezza per capire soprattutto se questi gravi comportamenti si sono ripetuti verso altri alunni.
La posizione della donna è aggravata dalle parole della vittima, che ha raccontato tutto anche durante l’incidente probatorio. Dai dettagli emersi dalle indagini, sono emersi nel dettaglio gesti a cui è stata sottoposta negli anni precedenti.
I fatti risalgono ai mesi che vanno da settembre del 2020 al giugno del 2021, e che sarebbero stati perpetrati non solo negli ambienti scolastici ma anche a casa della bambina. L’abitazione era frequentata dalla donna poiché i genitori le affidavano la bambina quando non c’erano.
Spetterà ora ai giudici accertare come sono andate veramente le cose, ascoltando anche la versione dell’imputata.
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