La ragazza diciannovenne era risultata positiva al Covid dopo il terzo tampone eseguito ma con una minima carica virale.
La autorità sanitarie hanno messo in quarantena la nave dove operava la giovane cadetta che ormeggia nel porto di Napoli. Altri due marinai sono stati ricoverati con sintomi simili a quelli che ha mostrato la ragazza morta.
Thalia Kordambalou, era una giovane cadetta dell’Accademia navale di Grecia imbarcata nella più grande nave da guerra della flotta greca. È morta nell’ospedale di Napoli dopo due giorni di agonia per cause ufficialmente sconosciute.
L’allarme è scattato martedì scorso quando dalla “Prometheus”, la nave greca, è stata fatta richiesta di soccorso per un membro dell’equipaggio. La giovane Thalia è stata ricoverata in condizioni già preoccupanti e quando è rapidamente peggiorata è stata trasferita in terapia intensiva dell’ospedale Domenico Cotugno di Napoli, ma senza esito. La ragazza, infatti, è arrivata al nosocomio con emorragie e una setticemia ed è morta mercoledì mattina.
La diciannovenne era risultata anche “leggermente” positiva al Covid-19. Ma da ulteriori accertamenti clinici è risultato che la cadetta era già stata contagiata dal virus del Covid alcune settimane fa ed era in via di guarigione. Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, il test per il coronavirus effettuato dopo la morte della ragazza ha dato esito negativo.
Le autorità portuali italiane hanno imposto la quarantena all’intero equipaggio della nave dopo che sono stati identificati altri due marinai ammalati subito trasportati al reparto di malattie infettive dell’ospedale Cotugno. I due sono sotto stretta osservazione ma non presenterebbero un quadro clinico preoccupante.
Rispetto a cosa abbia ucciso la giovane cadetta Thalia, al momento non esiste nessuna certezza sulla malattia che l’ha colpita. Gli esperti sanitari e le forze dell’ordine stanno ricostruendo a ritroso tutti gli spostamenti dei due ragazzi malati e di Thalia per poter scoprire dettagli rilevanti.
L’attenzione si è concentrata su una cena che i tre hanno consumato nella città tunisina di La Goulet, prima dell’arrivo nel golfo di Napoli. L’ipotesi, infatti, sarebbe quella di un avvelenamento da cibo. Per questa ragione, quindi, le autorità sanitarie portuali lanciano un messaggio di rassicurazione per tranquillizzare i cittadini allarmati, “non c’è motivo di preoccupazione” assicura il comunicato “non si tratta di un virus misterioso né letale” affermano gli esperti. La giovane Thalia, però, non è stata così fortunata.
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