A Napoli durante la giornata di oggi è scoppiata una protesta a causa dei tagli al reddito di cittadinanza. Le tensioni sono salite quando i manifestanti hanno provato a forzare il cordone di polizia in assetto antisommossa.
Il gruppo di manifestanti ha chiesto un incontro con l’assessora comunale al lavoro Chiara Marciani, senza ottenerlo. Da quel momento sono iniziati gli scontri tra i disoccupati e le forze dell’ordine.
A Napoli un gruppo di manifestanti disoccupati si è disposto fuori al comune per protestare contro i tagli al reddito di cittadinanza.
I dimostranti hanno richiesto, senza ottenere alcun risultato, un incontro con l’assessora comunale al lavoro, Chiara Marciani. A quel punto sono iniziati i disordini perché alcuni disoccupati hanno provato a forzare il cordone antisommossa della polizia.
I poliziotti hanno iniziato a picchiare i presenti con i manganelli e la situazione si è ampiamente scaldata.
Ad un certo punto poi i manifestanti si sono divisi. Un gruppo si è recato verso la parte bassa di piazza Municipio, mentre l’altro è giunto tra Santa Brigida e piazza Plebiscito.
I disordini sono continuati per diverse ore.
“Ci sono state cariche della polizia e tafferugli in piazza del Plebiscito, quindi dal Plebiscito ci siamo diretti in piazza Trieste e Trento e su via Toledo fino alla metro”.
Ha affermato uno dei manifestanti.
E’ noto, dunque, che il governo Meloni abbia deciso di “ridimensionare” il reddito di cittadinanza, in quanto ritenuto uno strumento utile ma non funzionante in Italia. Questa scelta però ha chiaramente danneggiato una cospicua fetta della popolazione, togliendo l’unica fonte di reddito a molte persone disoccupate, che non riescono a trovare lavoro.
“Il governo mentre continua a finanziare ulteriori risorse per le spese militari, non promuove nulla che assomigli ad un serio piano per la formazione e il lavoro come stiamo rivendicando da anni, troppi anni”.
Afferma Eddy Sorge di SiCobas, aggiungendo che la scelta del governo di tagliare il reddito di cittadinanza è un chiaro attacco ai lavoratori e ai disoccupati, i quali divengono i primi bersagli in periodi di crisi.
Infine Sorge conclude con l’affermare che le istituzioni locali continuano a gestire le risorse in modo errato, valorizzando le agenzie private a discapito degli enti pubblici.
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