Il mare di Napoli continua a essere di colore verde-marrone. Secondo il direttore dell’Arpac, Stefano Sorvino, la causa sarebbe da attribuire a un probabile aumento di alghe dovuto all’innalzamento delle temperature degli ultimi giorni. Dai controlli effettuati, sembrerebbe infatti che non ci sia nessun guasto a dei depuratori.
Continua ancora, per il secondo giorno consecutivo, a essere di colore verdastro il tratto della costa compreso tra la zona del molo Beverello fino a Mergellina. Al momento, in attesa dell’esito degli esami, non è stato emesso nessun divieto di balneazione.
Si dovrà ancora attendere 48 ore per l’esito degli esami sul campione di acqua che è stato prelevato e portato in laboratorio per essere analizzato. Al momento però, nel mare di Napoli, nonostante il suo colore insolito, non è stato emesso nessun divieto di balneazione e a primo impatto, gli esperti escludono che possa trattarsi di un guasto a qualche depuratore.
Secondo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania (Arpac), la quale si è occupata di analizzare la parte di costa compresa tra la zona del molo Beverello fino a Mergellina, il fenomeno potrebbe essere causato dall’aumento delle temperature degli ultimi giorni.
In biologia, infatti, è noto come “bloom fitoplanctonico”, cioè un numero maggiore e spropositato di alghe favorita dal massiccio afflusso di nutrienti da terra come azoto e fosforo.
Dopo le molteplici segnalazioni dei cittadini ricevute dal pomeriggio di ieri, l’Arpac, l’Agenzia Regionale per l’Ambiente della Campania, è prontamente intervenuta per gli accertamenti del caso.
Dato il colore insolito della costa, di tipo verdastro, sono stati presi dei campioni per analizzare l’acqua. Adesso si dovrà attendere tra martedì e mercoledì per il risultato. Secondo i biologi, però, tale fenomeno potrebbe essere dovuto all’innalzamento delle temperature, provocando, quindi, un aumento di alghe in mare.
“le sostanze provenienti dalle acque di scarico funzionano come una sorta di concime per le alghe, determinando la loro fioritura e quindi la produzione di chiazze di colore verdastro: i venti scarsi e il ristagno delle acque del mare hanno contribuito a rendere più visibile il fenomeno, comprese certe striature marroni”.
Queste sono state le parole dichiarate al Corriere del mezzogiorno dal biologo marino e presidente del CSI Gaiola, Maurizio Simeone. Il Mattino, ha descritto questo tratto di mare, compreso tra la zona del molo Beverello fino a Mergellina, come una grande palude ricoperta da chiazze intense.
“Credo che le cause siano correlabili alla stabilizzazione di un regime di alta pressione di origine africana, la cosiddetta bolla africana. Tali condizioni rallentano il normale ricambio delle acque del golfo impedendone il rinnovamento”.
Queste le parole rilasciate da Stefano Sorvino, direttore dell’Arpac, il quale ha spiegato che fenomeni di tale portata si sono verificati anche nelle stagioni estive passate a causa dell’eccessivo aumento delle temperature.
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