Napoli, rischio gas tossici nella zona dei Campi Flegrei: il piano sanitario della Regione Campania

Oltre al pericolo vulcanico e da bradisismo, c’è anche un rischio geochimico. Ecco perché – seppur al momento non ci sia nessun allarme – l’obiettivo è quello di organizzare una prevenzione collettiva. 

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Rischio gas tossici nella zona dei Campi Flegrei – Nanopress.it

 

Le autorità stanno adottando misure preventive per garantire la sicurezza della popolazione e delle strutture sanitarie in caso di emergenza.

Rischio gas tossici nella zona dei Campi Flegrei

I Campi Flegrei, situati appena a ovest di Napoli, sono noti per i loro pericoli vulcanici e il bradisismo, ma ora si aggiunge un nuovo allarme: il rischio geochimico. Questo rischio è strettamente legato alle emissioni di gas potenzialmente pericolosi per la popolazione locale. Il bradisismo nei Campi Flegrei è il risultato di movimenti del terreno, che possono essere attribuiti a due ipotesi principali: riscaldamento del Sistema Idrotermale e degassamento dei fluidi magmatici profondi.

Secondo la prima ipotesi, il sistema idrotermale, situato tra i tre e i quattro chilometri sotto la superficie, si riscalda a causa della risalita di magma da un serbatoio posto a circa 8 chilometri di profondità. Questo riscaldamento fa espandere i fluidi idrotermali, portando al sollevamento del suolo osservato. La seconda ipotesi suggerisce che una colonna di gas caldi risale dal magma profondo e raggiunge il sistema idrotermale, riscaldandolo. Gli scienziati concordano che l’attuale movimento del terreno è guidato principalmente dal degassamento dei fluidi magmatici profondi.

L’aumento della percentuale di anidride carbonica (CO2) rispetto al vapore acqueo nelle fumarole dei Campi Flegrei è un indicatore importante. Soltanto il magma a grande profondità può immagazzinare in modo efficiente l’anidride carbonica e poi emettere gas. Questo dato supporta l’ipotesi del degassamento dei fluidi magmatici profondi.

Il piano della regione Campania

Il piano sanitario della Regione Campania ha evidenziato il rischio chimico di esposizione dovuto alle emissioni di biossido di zolfo, biossido di carbonio e acido solfidrico. Nel caso in cui dovesse concretizzarsi il rischio, c’è la possibilità di evacuazione in una zona sicura per strutture sanitarie e la popolazione locale. L’università Federico II e la Città metropolitana di Napoli stanno collaborando per approfondire le cause principali dei livelli anomali di biossido di carbonio. Questo è particolarmente importante alla luce dell’incidente del 2018, quando un operaio morì per asfissia a causa di elevati livelli di CO2.

In sintesi, il rischio geochimico nei Campi Flegrei richiede attenzione e monitoraggio costante. Le autorità stanno adottando misure preventive per garantire la sicurezza della popolazione e delle strutture sanitarie in caso di emergenza.

 

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