Un sequestro di materiale contraffatto è stato portato avanti dalla Guardia di Finanza di Napoli a San Gennaro Vesuviano. Si tratta di maglie del calcio Napoli perfettamente imitate e provenienti dalla Turchia.
Sono stati scovati alcuni depositi clandestini con all’interno presente materiale contraffatto che, se mai fosse arrivato sul mercato, avrebbe fatturato circa 800mila euro.
La festa scudetto per il Napoli è sempre più vicina ma, allo stesso tempo, non mancano i sequestri preventivi degli uomini della Guardia di Finanza del materiale contraffatto, con stemmi proprio della squadra che sta per vincere il campionato di Serie A.
Sono più di 18mila i capi di abbigliamento sequestrati, completi di tutto, cartellini compresi, ma erano totalmente falsi. Se mai fossero arrivati sul mercato, avrebbero fatturato all’illegalità circa 800mila euro. Tutto ciò era conservato e stipato fino all’inverosimile all’interno di un deposito di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli.
Il paese all’ombra del Vesuvio era solo una delle tappe intermedie del mercato del falso, pronto ad invadere la città in occasione e nelle immediate vicinanze della festa scudetto della squadra della città. Stando alle prime indagini della Guardia di Finanza, il materiale contraffatto e sequestrato sarebbe finito nei rioni e nei relativi mercati, in particolare nelle zone frequentate dai turisti e nei pressi dello stadio della città, come descrive Fanpage.
Nel deposito di circa 200 metri quadrati, la Guardia di Finanza ha sequestrato il tutto lo scorso 23 aprile. Già precedentemente, le indagini degli uomini della Guardia di Finanza avevano portato, oltre ad altri sequestri, anche alla scoperta di due fabbriche clandestine, una a Forcella ed un’altra a Scampia, tutte e due, come dicevamo, totalmente abusive. La prima, gestita da un cittadino senegalese, la seconda invece da una coppia di napoletani.
In una prima ricostruzione, anche se le indagini della Guardia di Finanza sono ancora in corso, a smistare la merce era incaricato un cittadino del Marocco che è stato, anche, individuato nel corso del sequestro stesso. L’uomo aveva lui stesso affittato il deposito dove la merce contraffatta era stata stipata e, lui stesso, era stato segnalato a settembre per reati dello stesso genere, ma in e per un altro magazzino.
È stato denunciato e identificato alle autorità giudiziarie per i reati di contraffazione e ricettazione, oltre al sequestro di un furgoncino a sei posti che lo stesso utilizzava per trasportare i capi di abbigliamento contraffatti dove gli venivano richiesti.
Nelle zone del centro storico di Napoli, ma anche in via Toledo e nella zona del lungomare di Mergellina: erano queste le zone di smercio della merce falsa. Le maglie, ma anche le tute erano state confezionate tutte nei minimi dettagli, riproducendo anche le edizioni speciali, con il logo di Emporio Armani “EA7” e la scritta D10S.
Falsificato anche il codice QR code che avrebbe riportato al sito di Armani: il tutto, per dare l’impressione di avere fra le mani un capo originale, anche se pagato a poco prezzo. Venivano vendute da 40 euro sino ad 85 euro ciascuna e, a calcoli fatti, avrebbero fatturato circa 800mila euro se tutte quante fossero state vendute, racconta ancora Fanpage.
Le indagini dei finanzieri hanno portato a ricostruire, anche, che gran parte di ciò che è stato sequestrato proveniva dalla Turchia.
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