Howard Hu della Nasa, program manager della capsula Orion, ha affermato che entro il 2030 gli astronauti potranno vivere e lavorare sulla Luna.
La dichiarazione è stata fatta qualche giorno fa alla Bbc. Sulla base lunare, però, non ci sarà posto per i comuni cittadini, solo per gli scienziati delle missioni spaziali.
Secondo le ultime dichiarazioni della Nasa, rilasciate dal program manager della capsula Orion, Howard Hu, l’uomo potrà vivere e lavorare sulla Luna entro il 2030.
Ma attenzione, però, non ci sarà spazio per i comuni cittadini ma solo per gli addetti ai lavori, ovvero gli scienziati delle missioni spaziali, che potranno rimanere per periodi di tempo più o meno lunghi. Freniamo gli entusiasmi, insomma, non aspettiamoci famigliole che passeggeranno fra i paesaggi lunari ma la Nasa sta comunque lavorando per fare in modo che gli astronauti possano lavorare sulla superficie con regolarità.
Questo sarà possibile grazie a partner internazionali che collaborano con la società, come l’Italia e la Cina.
La notizia è stata diffusa poco fa e ha fatto il giro del web molto velocemente. Le parole del program manager hanno stupito tutti, si tratta di un passo in avanti molto importante per la scienza.
La dichiarazione arriva dopo un altro passo avanti molto importante della Nasa, il lancio della navicella Orion.
La missione prende il nome di Artemis 1 e il razzo è riuscito a decollare dopo 3 rinvii avvenuti nei mesi scorsi, il 16 novembre senza alcun astronauta a bordo.
La capsula Orion tornerà sulla Terra l’11 dicembre, tuffandosi nell’Oceano Pacifico per terminare la missione Artemis 1, simbolo della nuova avventura lunare dell’umanità.
Si tratta di un passo che rimarrà nella storia per quanto riguarda la scoperta dello spazio da parte dell’uomo e la missione procede come previsto.
Durante il periodo di permanenza la capsula sta effettuando i primi test intorno alla Luna e nell’ambito del programma della Nasa c’è anche un satellite italiano minore chiamato ArgoMoon, realizzato da Argotech, un’azienda con sede a Torino.
Lo scopo di Artemis era proprio quello di concretizzare una permanenza continuativa dell’essere umano sul satellite terrestre.
L’Italia è ai primi posti per consentire questo, infatti è il primo Paese a sottoscrivere il programma Argonaut per supportare l’attività degli operatori e ha anche attivato Moonlight per sviluppare sistemi di telecomunicazione lunare.
I dati raccolti dalla missione Artemis 1 saranno importanti per fissare le tempistiche e ridurre i costi del programma entro il 2025.
La seconda missione è prevista per il 2024, con un equipaggio che si limiterà ad orbitare intorno alla Luna per condurre altri test.
A febbraio invece è previsto il primo volo orbitale di Starship e successivamente ci saranno passi importanti come la realizzazione di una cisterna da lanciare in orbita terrestre.
Se tutto filerà come da programma questa navicella consentirà i collegamenti con il Gateway e allora, al superamento di queste tappe si potrà pensare a una permanenza umana sulla Luna.
Non è più fantascienza dunque, la permanenza dell’uomo sarà stabilizzata sulla Luna grazie a questo traguardo ambizioso ma per nulla lontano.
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