Da 40 a 300 mila i soldati inviati dalla Nato nei luoghi che stanno assistendo alla guerra tra Ucraina e Russia. 10 mila di loro sarebbero militari italiani. Parla anche il Segretario generale della Nato in merito.
Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, sembrerebbe aver fissato i punti fondamentali sull’Alleanza Atlantica.
Stoltenberg ne ha discusso lungamente a Madrid. Punto focale sono certamente la sezione riguardante il rafforzamento militare sul fronte orientale del blocco.
Questo lato è certamente il più critico e pericoloso, in quanto è quello a ridosso della Russia.
Un “mondo più imprevedibile e pericoloso”
La Nato cambia visione e inizia a guardare al mondo come un luogo imprevedibile e pericoloso dove gli stati come la Russia vengono classificati come vere e proprie minacce.
Ad oggi infatti, la Russia è certamente “la minaccia più significativa e diretta“.
Anche il modo di guardare la Cina è mutato.
Non viene certamente classificata come un “avversario”, ma più come “seria sfida” che costringe la Nato ad ampliare le proprie vedute, avviando un allargamento delle collaborazioni con i partner dell’Indo-Pacifico.
Questi infatti, per la prima volta sono stati richiesti ad un vertice del blocco.
A quanto pare infatti, anche il dragone ha iniziato ad intimidare i suoi nemici e questo modo di agire ha toccato la Nato che conferma la sua vicinanza ai suoi partner, vittime della Cina.
Il summit svoltosi a Madrid, ha visto stipulare dei documenti, due per la precisione, che identificano le scelte da attuare da parte dell’Alleanza sull’attuale punto di unione globale e le politiche che si avvieranno negli anni a venire.
Per evidenziare i cambiamenti che si sono attuati nelle concezioni, si basti pensare che sono nel 2010 la Russia veniva identificata come un “partner strategico“.
Il rafforzamento militare sul fronte Est
Il primo passo è certamente quello di avviare un rapido e duraturo rafforzamento militare del fianco Est.
Per difendersi dalla minaccia russa, si passerà da 40 mila a più do 300 mila soldati.
Questo drastico aumento ovviamente, comporta un investimento monetario non indifferente.
Il ruolo, ma soprattutto l’impegno da parte dell’Italia non è molto chiaro attualmente.
Al momento sembrerebbero essere 10 mila i soldati italiani in campo.
Mario Draghi, presidente del consiglio ha poi specificato che 8 mila di questi saranno schierati in patria e solo 2 mila uomini saranno invece mandati in Ungheria e Bulgaria.
Serghei Ryabkov, vice ministro degli esteri russo ha poi parlato in merito dichiarando che la Russia non si sente minimamente intimidita dalla scelta della Nato e che risponderà ai suoi nemici con tutte le sue forze e risorse.