Continuano le operazioni di ricollocamento dei sopravvissuti al naufragio di Cutro, 18 di loro hanno fatto richiesta per l’Italia.
Sono 76 i sopravvissuti al naufragio di Cutro che hanno richiesto protezione internazionale. Tra queste richieste, 18 sono indirizzate all’Italia. Secondo quanto affermato da Palazzo Chigi in una nota, le operazioni di ricollocamento stanno procedendo secondo gli impegni assunti dal Governo. E nel frattempo la conta dei morti sale.
Tra i 76 sopravvissuti che hanno richiesto protezione internazionale, 18 rimarranno in Italia.
In modo particolare, hanno fatto richiesta di protezione in Italia 15 pakistani, 2 afgani e una persona di nazionalità iraniana. Al momento, queste persone sono ospitate presso centri del SAI, Sistema di Accoglienza e Integrazione. Tra questi, 5 minorenni non accompagnati sono stati momentaneamente collocati in strutture dedicate ai minori.
I restanti 53 sopravvissuti che hanno fatto richiesta di protezione l’hanno indirizzata a Paesi diversi dall’Italia. Queste persone hanno aderito al programma di ricollocazione volontaria. Si tratta, nello specifico, di 49 afghani, 2 siriani, 1 iraniano e 1 somalo. Tra questi, fa sapere Palazzo Chigi, 14 persone si sono allontanate volontariamente.
Il governo Italiano ha assunto l’impegno di garantire la protezione internazionale a coloro che ne fanno richiesta, nel rispetto degli accordi europei. La promessa è avvenuta a seguito dell’incontro tra la premier Giorgia Meloni e i sopravvissuti e familiari delle vittime. Le richieste di protezione sono state presentate anche ad altri paesi europei che hanno aderito al programma di ricollocazione volontaria dei sopravvissuti.
Palazzo Chigi ha quindi sottolineato in una nota che le operazioni di ricollocamento si stanno svolgendo rispettando gli impegni precedentemente assunti riguardo al programma di ricollocamento volontario.
Questo programma è una delle misure previste dall’Unione Europea per favorire una distribuzione equa dei richiedenti asilo tra i paesi membri. Il programma prevede che i richiedenti asilo siano trasferiti da uno Stato membro all’altro in modo volontario, previa acquisizione del consenso del richiedente.
Il governo italiano ha quindi assicurato che le operazioni di ricollocamento si stanno svolgendo come da accordi, e ha fatto in modo che le richieste dei sopravvissuti fossero oggetto dell’attenzione dei partner europei. Ed è così che alcuni di loro sono già stati trasferiti in Germania.
Gli organi competenti del governo tedesco, infatti, hanno esaminato il caso di altre 39 persone. Di queste, 33 sono state ammesse al programma di ricollocamento. Si tratta di 29 afgani, 2 siriani, 1 somalo e 1 iraniano.
Il 31 marzo scorso 32 di queste persone sono già partite per la Germania, mentre la 33esima partirà dopo aver ricevuto alcune cure mediche di cui ha ancora bisogno. Una tra queste persone, poi, ha rifiutato di trasferirsi in Germania poiché desidera riunirsi ad una stretta parente che si trova in Irlanda.
Il programma di ricollocamento a cui sono destinati questi sopravvissuti prevede la loro accoglienza e integrazione. Questo obiettivo si raggiungerà offrendo loro supporto nella ricerca di alloggio, lavoro e accesso ai servizi essenziali.
La gestione del programma è affidata al governo coinvolto e a organizzazioni non governative. Queste ultime si occupano di individuare i bisogni dei sopravvissuti e di fornire loro assistenza nel processo di integrazione.
Continua però a salire il bilancio dei morti della tragedia di Cutro, con l’ultimo corpo ritrovato 4 giorni fa. Questa triste scoperta porta a 93 il numero di vittime ritrovate.
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