A 36 giorni dal tragico naufragio di Cutro, è stata ritrovata l’ennesima vittima, la numero 92. A quanto pare si tratta di una ragazza di circa 20 anni. Ora rimangono solo 8 dispersi.
Dopo il ritrovamento, il corpo della giovane è stato portato nel cimitero e messo a disposizione della Procura di Crotone, la quale è titolare dell’inchiesta.
Dopo ben 36 giorni dal terribile naufragio di Cutro, avvenuto lo scorso 26 febbraio, i soccorsi hanno ritrovato la novantaduesima vittima. Si tratta di un giovane ragazza di soli 20 anni, la quale era iscritta nel registro dei dispersi.
Il corpo è stato immediatamente trasportato al cimitero, ma rimane a disposizione della Procura di Crotone, la quale è titolare delle indagini sul caso.
Attualmente, dunque, rimangono 8 dispersi.
Il bilancio delle vittime di quel tragico episodio, causato da una serie di “inconvenienti” dovuti principalmente all’inadempienza politica e istituzionale, sale dunque a 92 persone.
Lo scorso 26 febbraio si è verificato uno dei fatti più tragici che negli ultimi anni hanno caratterizzato la penisola italiana. Ben 92 persone sono morte al largo delle nostre coste. Ancora oggi non sono state attribuite responsabilità concrete per ciò che è accaduto.
I migranti naufragati a Cutro partono il 22 febbraio da Cesme, una cittadina che si trova a circa 87 kilometri da Smirne, in Turchia.
Dopo qualche ora, l’imbarcazione di partenza, ha un guasto al motore che non le permette di proseguire il viaggio. Per questo, gli scafisti trasferiscono tutte le persone presenti a bordo sulla famosa “Summer Love”, la barca che poi affonderà il 26 febbraio lungo le coste calabresi.
Nel pomeriggio del 25 febbraio, l’imbarcazione giunge al largo delle coste italiane. Infatti i superstiti raccontano di aver festeggiato con grande gioia il fatto che l’arrivo era ormai vicino.
Arriva dunque la notte del 25. Un aereo della Frotex, l’agenzia europea della guardia frontiera, segnala la presenza di un’imbarcazione alle istituzioni competenti italiane, affermando che la barca ha “una buona galleggiabilità”, nonostante il mare forza 4.
Durante le ore seguenti, intercorrono una serie di comunicazioni tra le varie istituzioni, senza però nessuno che agisse per salvare quelle persone in mare.
Nelle prime ore del 26 poi, la barca si capovolge facendo cadere i migranti in mare. Non si conosce l’ora e il punto preciso del naufragio. In ogni caso si pensa che esso sia avvenuto intorno alle 4 di mattina, perché i superstiti hanno raccontato che a quell’ora gli scafisti gli hanno permesso di spostarsi sovracoperta a causa del mare mosso.
Tutti sappiamo cosa è successo dopo. La strage di Cutro è il simbolo di una politica sbagliata, che tiene poco conto dei bisogni degli esseri umani, sottoponendoli a questioni politiche.
Questi eventi non devono più capitare e l’unico modo per evitarli è che i sistemi dei vari stati cambino prospettiva sulla questione.
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