L’ennesimo naufragio in Libia potrebbe trasformarsi in una vera ecatombe: dopo il ritrovamento di 5 corpi, la ong spagnola Proactiva Open Arms teme che ci possano essere almeno 240 morti nelle acque libiche. Al momento non ci sono dettagli sull’esatta posizione del naufragio, avvenuto nei giorni scorsi davanti alle coste della Libia: i cadaveri, fa sapere l’organizzazione, sono stati ritrovati a 21 km a nord di Sabrata e appartengono tutti a giovanissimi, di età compresa tra i 16 e i 25 anni. Sui corpi non ci sono segni di violenza: l’ipotesi è che siano morti per annegamento. “Temiamo il peggio“, ha detto al New York Time Laura Lanuza, portavoce dell’ong. Il ritrovamento è stato effettuato durante un’operazione di soccorso a due gommoni che, specifica Lanuza, possono portare fino a 120 persone, ma che i trafficanti di uomini riempiono all’inverosimile. “Non si esclude che le due imbarcazioni possano avere avuto a bordo almeno 240 persone“, ha aggiunto.
La conferma della morte per annegamento per i giovanissimi profughi provenienti dall’Africa naufragati in Libia, è arrivata dallo staff medico della nave dell’ong Golfo Azzurro. Nel pomeriggio di giovedì 23 marzo, le associazioni umanitarie hanno ricevuto la segnalazione del Maritime Rescue Coordination Center di Roma per la segnalazione d’aiuto arrivata da una terza imbarcazione. Le operazioni di soccorso e ricerca sono ancora in corso: se le informazioni venissero confermate, il numero dei morti nel naufragio in Libia potrebbe essere oltre 300.
L’incidente, ricorda l’UNHCR, si è verificato dopo un’intensa settimana di arrivi attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, la preferita dai trafficanti di uomini dopo la chiusura della rotta balcanica: quasi 6mila migranti sono stati soccorsi in soli cinque giorni.
Dall’inizio dell’anno, la sola Proactiva Open Arms ha dichiarato di aver salvato circa 2.000 migranti dispersi in mare. “Tutto suggerisce che il flusso è aumentato questo inverno”, ha specificato la portavoce.
I dati dell’UNHCR sui migranti nel Mediterraneo indicano che in meno di 4 mesi, dall’inizio del 2017, 21.903 persone hanno attraversato il mar Mediterraneo dalla Libia verso l’Italia, un numero molto più alto rispetto alle 18.777 persone che hanno intrapreso lo stesso viaggio pericoloso nello stesso periodo di tempo del 2016. Tra questi, già 587 persone sono morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo verso l’Europa: il rischio è che si superi il record di 5.096 decessi registrati lo scorso anno.
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