Lotta politica e amore. Per l’oppositore russo Alexei Navalny non c’è tempo di riposare nemmeno dopo il risveglio dal coma, due settimane fa. Nel corso della giornata di ieri infatti, Navalny è stato ‘vittima’ di un malinteso istituzionale. Secondo quanto diffuso da alcuni media russi, la Corte Suprema avrebbe negato la registrazione dal ministero della Giustizia del partito ‘Russia futura‘, guidato da Navalny, perchè già presente un altro ente politico con quel nome.
Ma dopo poche ore, è stata la stessa Corte a liquidare il partito omonimo, su richiesta del ministero stesso. L’altro ‘Russia futura’ non era un partito ma “un gruppo di ladri che ha semplicemente rubato il nostro nome“, come chiarito dalla portavoce di Navalny, Kira Yarmush. Lo staff fa sapere che non ripresenterà la richiesta alle autorità russe ma aspetterà la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, alla quale aveva presentato ricorso.
Navalny chiede i vestiti di Omsk come “prove”
Intanto, Navalny ha chiesto alle forze dell’ordine russe di restituirgli i vestiti sequestrati a Omsk (Russia). Gli abiti infatti, sarebbero delle prove di quanto accaduto la mattina del 20 agosto 2020, quando l’oppositore sarebbe stato avvelenato a bordo dell’aereo S7 Airlines volando da Tomsk a Mosca. Navalny si è svegliato dal coma indotto il 7 settembre.
L’amore-social per la moglie: “Mi hai salvato dal coma”
Nel frattempo, l’oppositore russo ha voluto ringraziare la moglie per essergli sempre rimasta vicina durante la delicatissima fase in cui si trovava in coma. “Yulia, mi hai salvato, e lascia che lo mettano nei libri di testo di neuroscienze“, scrive Navalny nella didascalia della foto postata sul proprio profilo Instagram. Il post è corredato da una foto della coppia all’ospedale la Charité di Berlino, dove l’oppositore era stato trasportato dopo il ricovero a Omsk.