In Egitto, una grande nave portacontainer si è incagliata all’interno del Canale di Suez. A quanto pare l’enorme naviglio mercantile batte bandiera di Hong Kong. Si tenta ora di risolvere al più presto la situazione.
Tre rimorchiatori egiziani stanno facendo il possibile per liberare la nave, la quale si trova nella parte orientale del canale. Un evento simile si verificò anche nel 2021.
Molto importante risolvere la situazione in quanto il Canale di Suez rappresenta uno dei choke points fondamentali per il commercio mondiale.
un’enorme nave portacontainer si è bloccata nella parte orientale del Canale di Suez, precisamente nel sud del canale. Questa rende difficile il passaggio all’interno dell’importante area marittima.
Per questo motivo, ben tre rimorchiatori egiziani stanno cercando di fare il possibile per liberare la nave e garantire il normale funzionamento del passaggio.
Un evento simile avvenne anche nel 2021 quando un’enorme nave da cargo, chiamata “Ever Green”, lunga circa 400 metri e con un peso di 220.000 tonnellate. Questa rimase incagliata all’interno del canale per circa sei giorni.
In realtà, eventi del genere avvengono molto spesso, l’importante però è che si riesca a risolverli nel minor tempo possibile, data l’importanza del passaggio.
Il Canale di Suez è uno dei choke point fondamentali a livello internazionale, in quanto al suo interno vi passano gran parte delle merci provenienti da tutto il mondo.
Suez collega il mar Rosso al mar Mediterraneo, evitando alle navi di circumnavigare l’Africa per collegare i due punti.
Per questo è una via commerciale essenziale, il cui passaggio deve essere garantito a tutti i costi.
Altra problematica che molto spesso si verifica nell’area del Canale di Suez è il rischio pirateria o terrorismo islamico. Questo perché vi sono alcuni stati rivieraschi particolarmente esposti a questi fenomeni, tra cui anche l’Egitto.
All’interno del paese infatti, vi sono numerosi gruppi “rivoluzionari” che puntano a sovvertire il governo che li sovrasta, questo attraverso veri e propri attacchi terroristici all’interno di numerose località del mar Rosso.
Gli stati dunque, per assicurare il passaggio e il normale funzionamento di questo choke point devono garantire la loro presenza navale-militare all’interno dell’area.
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