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Nell’ambito della ‘ndrangheta ci sono stati 40 arresti, a partire dalle zone di Milano, secondo un’operazione che poi si è estesa a tutte le regioni italiane. Sono scattate custodie cautelari in carcere per associazione mafiosa, estorsione e detenzione abusiva di armi. Per la prima volta le forze dell’ordine sono riuscite a documentare, tra l’altro, un vero e proprio rito di iniziazione alla criminalità organizzata. Fra gli arrestati ci sono anche componenti di tre gruppi radicati nella zona di Como e in quella di Lecco.
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Le origini di questi gruppi sono calabresi, ma nel corso del tempo essi sono riusciti a guadagnare delle infiltrazioni nel tessuto economico locale lombardo. In Calabria sono stati fermati tre indagati, tra cui Giuseppe Larosa, soprannominato “Peppe la mucca”.
Il rito di iniziazione
E’ stata la prima volta che è stato documentato un rito di iniziazione mafiosa, di affiliazione o di conferimento di promozioni all’interno dei clan della ‘ndrangheta. Fino a questo momento questi rituali erano stati riscontrati soltanto grazie al racconto di alcuni collaboratori di giustizia oppure ricostruiti dopo il sequestro.
I carabinieri del Ros, raggruppamento operativo speciale di Milano, questa volta sono riusciti ad avere a disposizione delle intercettazioni ambientali molto interessanti da questo punto di vista. In una intercettazione in particolare è stato possibile ascoltare la frase “non possiamo cambiare mai”. Tutto ciò vuol dire che all’interno del clan vigeva la consapevolezza di una specie di destino inevitabile.
I carabinieri sono riusciti a registrare in diretta le riunioni di vertice di un clan, che ha visto ritornare ad avere un ruolo di primo piano per due esponenti che avevano agito all’inizio degli anni ’90. Nello specifico un minorenne ha ricevuto un conferimento di “doti”, in quanto era figlio di un uomo già affiliato al clan. Tutto ciò è successo, a differenza di quanto si potrebbe pensare, non in Calabria, ma in una campagna di Lecco.