‘Ndrangheta, ai domiciliari l’imprenditore nipote del boss Molluso. Sequestrati otto campi di padel a Milano

Marco Molluso è finito ai domiciliari per autoriciclaggio e fatture false: sono stati sequestrati otto campi di padel dal valore di 700mila euro circa. 

Campo da Padel
Campo da Padel-NanoPress.it

L’imprenditore e nipote del boss Giosofatto Molluso è finito agli arresti dopo l’esito di un’operazione effettuata dalla Dia.

Sequestrati otto campi da Padel a Milano: Molluso agli arresti domiciliari

Marco Molluso, imprenditore e nipote nel boss Giosofatto Molluso, è finito agli arresti domiciliari per: fatture false, autoriciclaggio e otto campi di padel del valore di 700mila euro circa che gli sono stati sequestrati. Questo è l’esito di un’operazione effettuata dalla Dia per le indagini di Silvia Bonardi, pm della Dda milanese. Le indagini sono nate da alcuni accertamenti che si sono svolti per quanto riguarda un’altra persona che è stata arrestata nell’anno 2010 durante il famoso bliz ‘infinito’ contro la ‘ndrangheta per poi essere condannata definitivamente come affiliata alla locale della mafia calabrese di Corsico, a Milano.

Marco Molluso (foto instagram)
Marco Molluso (foto instagram) -NanoPress.it

L’indagine dimostra dunque l’infiltrazione della ‘ndrangheta anche per quanto riguarda il business dei campi di Padel, lo sport che nell’ultimo periodo sta andando tanto in voga. Gli accertamenti di cui abbiamo parlato poc’anzi hanno fatto si che si scoprisse che una delle società dei figli dell’affiliato e condannato per ‘ndrangheta aveva preso parte:

“Alla realizzazione di otto campi di padel del valore di circa 700mila euro, all’interno di un Centro Sportivo comunale e assegnato in concessione ad una società dilettantistica milanese.”

In più la direzione investigativa antimafia spiega che:

“Gli impianti sono stati sequestrati, risultando tra l’altroedificati abusivamente e senza alcuna preventiva autorizzazione da parte dei competenti uffici.”

Durante le indagini inoltre è venuto fuori che l’imprenditore che è stato arrestato, Molluso:

“dopo aver sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il Centro Sportivo”, avrebbe “finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti illeciti derivanti dalla commissione di numerosi reati fiscali con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio ai cittadini.”

In particolar modo tra il 2020 e il 2021 la società immobiliare di cui Molluso risulta essere titolare pare si sia trovata al centro di una frode fiscale. Stiamo parlando di oltre 1,5 milioni di euro, una frode legata all’emissione e all’utilizzo di false fatture con anche indebita detrazione di Iva. Il giudice poi si sofferma anche sull’interesse diretto nell’operazione del boss Giosofatto Molluso che pare fosse presente sul cantiere e che fosse anche un punto di riferimento fisso.

“Molluso, presa consapevolezza dell’estrema redditività del business del padel, aveva deciso di investire le sue risorse economiche (di dubbia provenienza) in svariate operazioni di cui quella del Centro Sant’Ambrogio è solo una parte”.

Tra le altre cose, fa notare il gip, ancor prima che Molluso apparisse con tutte le sue società e il loro irregolare inserimento nell’affare dei campi di Padel, la Asd di Palauno (concessionaria del centro sportivo comunale Sant’Ambrogio) aveva:

“violato i termini della concessione che quindi, a ben diritto” poteva “e può essere revocata”.

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