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Parliamo del suo primo film dietro la cinepresa, Né Giulietta né Romeo. Veronica Pivetti, infatti, debutta come regista con la storia gay di Rocco. Al cinema si può fare, la Tv l’avrebbe censurato. Presto nelle sale cinematografiche, la mitica insegnante curiosa di Provaci ancora Prof di Rai 1 debutta per la prima volta dietro la telecamera. Un solo obiettivo: raccontare la storia di un adolescente gay, in preda ai tormenti della consapevolezza per il proprio orientamento sessuale.
Toni aspri che non rinunciano al genere della commedia, a cui lei ci ha abituato negli anni nella fiction Rai, e per raccontare la storia di Rocco, sedici anni, alle prese col proprio corpo che cambia, i sentimenti da affrontare, le paure personali. Ma, quello che stupisce, è il duro monito che l’attrice (sorella dell’ex parlamentare Irene), indirizzi al piccolo schermo: un film che se fosse andato in onda in tv, sarebbe stato censurato.
49 anni, una depressione che ha affrontato spiegando le conclusioni anche in un libro, e attrice affermata, Veronica Pivetti ha scelto il tema dell’omosessualità per il proprio debutto come regista cinematografica.
Intercettata dal CorSera di oggi, 29 ottobre 2014, l’attrice ha spiegato il perché di questa scelta:
«E’ la storia di un adolescente che prende coscienza della sua omosessualità. Un argomento che non avrei potuto proporre, avrei dovuto operare censure troppo incisive», per raccontare la storia del sedicenne Rocco, interpretato nel film (attualmente in post produzione), da Andrea Amato, con la regia di Veronica Pivetti, anche attrice nel ruolo di mamma Olga, insieme a Corrado Invernizzi nei panni del papà del ragazzo, psicoanalista cool, ma dall’atteggiamento da Don Giovanni.
Nel cast anche Nicola La Torre e Lucia Gravante: il film è prodotto da Pigra. Tra papà Emanuele (Invernizzi) e mamma Olga (Pivetti), una vita agli antipodi: lui stile da sciupa-femmine, lei giornalista incasinata tra casa, lavoro e sentimenti. Un figlio gay, che racconterà di sé ai propri genitori, dilaniato dal tormento per i primi amori adolescenziali. Colpi di scena, dunque, in una storia che affronta il tema sì dell’omosessualità, ma anche dell’accettazione degli altri, all’interno del complicato mondo relazionale della famiglia.
Un debutto in piena regola per Veronica Pivetti, sia per il ruolo che la vedrà contemporaneamente attrice e regista di sé stessa sia per i temi trattati all’interno del film Né Giulietta né Romeo:
«Ho voluto cimentarmi nella regia per avere la libertà di rappresentare una storia senza che nessuno mi dica cosa devo o non devo fare…E dirigere me stessa anche nel ruolo di attrice, è anche più divertente: devo conciliare il mio gusto di interprete con quello di regista»; poi ha aggiunto:
«In questo mestiere ogni volta che ti esponi anche alle critiche». Insomma, come direbbe lei, ne siamo certi: il gioco vale la candela. Che dire? Prof di Rai 1, provaci anche al cinema. Le faremo sapere.
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