Il famoso browser di Microsoft, Internet Explorer, smetterà oggi, 15 giugno, di funzionare e di connettere al web gli utenti del colosso informatico statunitense.
Il portale, divenuto ormai anacronistico, ha segnato l’epoca della liberalizzazione del web, permettendo l’accesso alla rete internet a quanti avessero un computer Microsoft.
Chiunque avesse acquistato un computer Microsoft dall’agosto del 1995 avrebbe trovato tra i programmi pre-installati e pronti all’uso sul suo pc anche un’icona azzurra a forma di “E” minuscola.
Si trattava, e si è trattato finora, di Internet Explorer, il primo software dell’azienda con sede a Redmond (vicino Seattle) per accedere alla rete internet.
Internet Explorer è stato il progenitore dei browser, il primo già incorporato nel sistema operativo del calcolatore elettronico ed ha profondamente modificato la vita di milioni di persone.
Un browser infatti è un software, ossia un programma di azione del computer, che permette di accedere al World Wide Web. In altre parole, Internet Explorer ed i suoi discendenti più moderni sono in grado di riconoscere, catalogare, mostrare ed interagire con i documenti caricati e presenti sul web (da questo articolo, alle canzoni, ai film, ai portali interattivi di attività ed istituzioni).
In tal guisa, dal 1995, per molte persone ottenere informazioni, svagarsi, restare aggiornati è divenuto estremamente più semplice ed intuitivo.
Non sorprende dunque la rapida ascesa del programma, che fino al 2004 era usato dal 90% degli utenti della rete online. Questa popolarità immediata è costata al servizio: inizialmente pre-installato sui pc di Microsoft, l’azienda ha dovuto poi eliminare questa preselezione, limitandosi a consigliare il software.
Eppure la celerità con cui le tecnologie si susseguono non fa sconti per nessuno e la veloce impennata si è ribaltata in una repentina caduta nel momento in cui browser più efficienti, intuitivi e dinamici si sono affacciati sul mercato tecnologico.
Da una situazione di sostanziale monopolio, nel 2004 il portale è sfruttato da poco più di metà dei navigatori di internet, per poi collassare dal 2008 con l’introduzione di Google Chrome (l’odierno leader di settore). Oggi neanche il 2% di utenti sceglie Internet Explorer per accedere al web.
Insomma una storia fulminea, che si conclude quest’oggi, 15 giugno 2022, dopo quasi 27 anni di onorato servizio, come si suol dire. Una storia comune a molti prodotti hi-tech: innovativi e rivoluzionari, esplodono sul mercato divenendo un “must”, un obbligo di acquisto, per poi decadere altrettanto rapidamente poiché sostituiti da versioni più aggiornate o efficienti.
Oggi Internet Explorer muore, eppure resterà per sempre nei ricordi di quei milioni di utenti la cui vita digitale cambiò da quell’agosto del 1995.
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