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Cultura

Neil Armstrong, 10 anni fa l’addio al primo uomo sbarcato sulla luna

Ricorre oggi il decimo anniversario della morte di Neil Armstrong, l’uomo che il 21 luglio del 1969 compì una grandissima impresa, quella di mettere piede per la prima volta sulla Luna.

Neil Armstrong- Nanopress.it

Neil Armstrong è conosciuto da molti soprattutto per la sua impresa più grande, quella di aver visitato per primo la Luna. Non tutti però sono a conoscenza del fatto che egli fosse anche un grandissimo aviatore, un insegnante e un talentuoso ingegnere.

Era il 25 agosto del 2011 l’anno in cui morì a Cincinnati alla veneranda età di 82 anni. Un uomo che ha dato molto e che è morto a seguito di alcune complicazioni provocate da un intervento ospedaliero.

Le origini di Neil Armstrong

In Ohio, molto più precisamente a Wapakoneta, nacque il 5 agosto del 1930 Neil Armstrong. I genitori Stephen Koenig Armstrong e Viola Louise Angel misero poi al mondo altri due figli, Jun e Dean.

Il padre è sempre stato un uomo che non ha fatto mai mancare nulla né a Neil Armstrong né ai fratelli. Ha lavorato a lungo come revisore dei conti presso il governo dello Stato dell’Ohio.

A causa del suo lavoro, a soli 15 anni Neil fu costretto a fare le valigie insieme alla famiglia e a traslocare per ben 20 volte. Fin da subito però il ragazzo inizia a mostrare grande interesse per il volo al punto che, quando aveva solo 2 anni, il padre lo portò presso le National Air Race di Cleveland.

A soli di 6 anni Armstrong mise per la prima volta piede su un aeroplano, un Ford Trimotor nella cittadina di Warren.
Solo nel 1944, tutta la famiglia insieme ad un ormai adolescente Armstrong, ritornarono nel luogo di origine, ossia a Wapakoneta, città in cui si iscrisse alla Bloom High School così da riuscire ad assimilare le prime lezioni e ad ottenere il brevetto di volo a soli 15 anni.

Neil Armstrong è stato anche uno scout, un qualcosa che ha conservato per sempre nel suo cuore. Infatti, uno dei pochi oggetti che egli aveva il permesso di portare con sé quando iniziò la sua avventura in direzione della Luna, fu proprio un distintivo scout.

Una carriera costellata di successi

Era il 1947 l’anno in cui Neil Armstrong prese la decisione di iscriversi presso la facoltà di ingegneria Aeronautica al Purdue University. In seguito lo vediamo anche prendere parte al piano Halloway a cui dedica tre anni della sua vita al servizio militare.

Ottiene il posto di aviatore della Marina statunitense nel corso della guerra di Corea nel 1951. Dopo essersi laureato riesce a conseguire il titolo di pilota collaudatore di veicoli sperimentali.

I primi astronauti ad aver messo piede sulla luna- Nanopress.it

Nel 1958 il suo nome fu inserito all’interno del programma Man in space Soonest appartenente alla U.S. Air Force.

Due anni dopo è uno dei piloti consulenti per lo spazio plano militare del Boeing X-20 Duna- Soar, mentre, nel 1962, entra nella lista dei sei piloti che avrebbero avuto la possibilità di mettersi alla guida di questo veicolo.

L’avventura da astronauta

Nel 1962, molto più precisamente il 13 settembre, ottiene una convocazione da parte di Donald Kent Slayton per partecipare al gruppo di Astronauti chiamati New Nine.

Inizia così la sua avventura nello spazio. Infatti, nel 1966, prende parte alla missione Gemini 8 ed ottiene un addestramento da parte di William Anders. Era il 1967 l’anno in cui viene a conoscenza di quel programma che prevedeva lo sbarco del primo essere umano sulla luna.

E così, due anni dopo, nel 1969, Armstrong sarà uno dei nomi che verrà conosciuto da molti proprio perché ricopre il ruolo di comandante presso l’Apollo 11, astronave che ha toccato per la prima volta il suolo lunare. Un lancio avvenuto il 16 luglio di quell’anno che ha avuto fine quattro giorni dopo, il 20 luglio alle 20:17.

Dopo 6 ore dall’allunaggio, Armstrong poté finalmente aprire le porte e toccare il suono lunare diventando così il primo uomo ad essere sbarcato su un pianeta diverso.

Un momento che è passato alla storia anche per le parole che nella Armstrong pronunciò in quell’occasione: “Questo è un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l’umanità “.
Affiancato da Buzz Aldrin, Neil Armstrong piantò così la bandiera americana sul suolo lunare per parlare poi al telefono con Richard Nixon dopo alcuni minuti dall’aver compiuto uno dei gesti più significativi della storia umana.

Neil Armstrong ritorna dalla luna- Nanopress.it

Nel momento in cui l’Apollo 11 tornò nuovamente sulla Terra, Armstrong insieme ai suoi compagni astronauti furono costretti a passare 18 giorni in quarantena, un qualcosa fatto in via di sicurezza anche perché c’era la probabilità che l’intera squadra avesse potuto contrarre alcune malattie sul suolo lunare, delle patologie che avrebbero potuto contagiare a tutti i loro simili.

Solo dopo il termine di questo periodo di quarantena, l’equipaggio fu portato trionfante negli Stati Uniti attraversando l’intero paese in quell’evento che in molti ricordano come il Giant Leap Tour che durò 45 giorni.

La fine della carriera da astronauta

È stato questo uno dei momenti più trionfanti per Neil Armstrong, il quale dichiarò di non aver più intenzione di mettere piede ancora una volta nello spazio.

E così ottenne un posto all’interno dell’Arpa, un lavoro che portò avanti solo per un anno. Infatti, nel 1971, rassegna le sue dimissioni dalla NASA per ricoprire poi il ruolo di insegnante al dipartimento di ingegneria aerospaziale presso l’universo di Cincinnati.

A 61 anni, molto più precisamente nel mese di febbraio al 61 anni, del 1991 fu colpito da un malore, un infarto avvenuto nel momento in cui si trovava insieme agli amici ad Aspen in una vacanza all’insegna del divertimento.

Un uomo che ha fatto parlare di grande per la vita privata. Infatti egli nel 1994 scelse di divorziare dalla prima moglie Janet Elizabeth Shearon dopo un matrimonio durato 38 anni. Nel 1992 Egli infatti aveva conosciuto Carol Held Knight, donna che decise di sposare il 12 maggio del 1994.

Il 7 agosto del 2012 nella Armstrong finisce sotto i ferri a causa di un intervento chirurgico provocato da un blocco alle arterie coronarie.

Un intervento che purtroppo non ha avuto un buon esito in quanto, il 25 Agosto del 2012, egli chiude per sempre gli occhi a Cincinnati.

Prima di morire però aveva avanzato una richiesta, quella di essere cremato e di vedere le sue ceneri sparse all’interno dell’Oceano Atlantico. E’ stata questa una volontà che è stata rispettata appieno.

Marina Nardone

Sono Marina Nardone, nata nel 1992 e diplomata al liceo classico. Amo la scrittura anche se il mio cuore è occupato da un'altra passione, quella per l'uncinetto con cui creo dei piccoli capolavori. Su Nanopress.it mi occupo di economia.

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