Esistono almeno due misure che permetterebbero ad alcuni lavoratori di andare in pensione con 41 anni di contributi.
Con l’avvicinarsi dell’età pensionabile, molti iniziano a fare calcoli e congetture per capire se potrebbero andare in pensione qualche anno prima. È il caso dei lavoratori che hanno accumulato 41 anni di contributi, alcuni dei quali potrebbero già andare in pensione. Esistono infatti almeno 2 opzioni che permettono di andare in pensione qualche anno prima del previsto, con un contributo minimo di 41 anni, requisiti e benefici differenti. Esaminiamo i dettagli di entrambe le opzioni.
Si può andare in pensione con 41 anni di contributi? Si, come abbiamo accennato ci sono almeno 2 opzioni. Parliamo della quota 41 e della quota 103.
Come funziona la quota 41? Si tratta di un tipo di pensionamento anticipato riservato ai lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani. In particolare, possono usufruire della quota 41 i disoccupati che hanno terminato la percezione della NASPI almeno 3 mesi prima della data della pensione.
Sono contemplati anche gli invalidi dal 74% in su e i caregivers di parenti disabili conviventi, che seguono da almeno 6 mesi. Possono usufruire della quota 41 anche lavoratori che hanno svolto lavori usuranti per almeno 7 degli ultimi 10 anni o 6 degli ultimi 7.
Quali sono i requisiti per accedere a quota 41? Primo fra tutti, 41 anni di contributi accumulati, di cui almeno 35 devono effettivamente provenire da lavoro. In più, si deve aver versato contributi per almeno un anno prima dei 19 anni, anche non continuativamente.
La normativa cita delle categorie precise di lavoratori che svolgono mansioni individuate come gravose e usuranti, e pertanto possono accedere alla pensione anticipata con Quota 41. Sono le stesse 15 categorie valide in principio anche per l’Ape sociale. Tra questi, troviamo conducenti di mezzi pesanti, chi lavora nel settore delle pulizie, facchini, personale ferroviario che viaggia sui treni.
Ma ancora chi guida macchinari utilizzati per le perforazioni nel settore edile, ostetriche e infermieri di sale operatorie e sale parto che lavorano su turni, operatori ecologici e così via.
Cosa fare se si hanno 41 anni di contributi ma non si può accedere a quota 41? L’alternativa è la quota 103. Questa misura di pensione anticipata richiede, insieme ai 41 anni di contributi, di cui 35 provenienti da lavoro, anche 62 anni anagrafici. Attenzione però, perché la misura scade a fine anno, il 31 dicembre.
Il lato positivo della Quota 103 è che non è aperta esclusivamente ad alcune categorie, ma basta possedere i requisiti previsti. È possibile che la misura venga prorogata anche al 2024, ma al momento non si hanno dati certi.
Comunque, una limitazione prevista dal funzionamento della quota 103 è l’importo della pensione che si riceve. Quest’ultimo infatti deve essere pari o inferiore a 2 volte e mezzo la pensione minima INPS. Ciò vuol dire che prima di raggiungere i 67 anni, il lavoratore in questione percepirà una pensione mensile che non supera i 2.818,70 euro.
Esaminate queste due opzioni, potrebbe essere utile fare le proprie valutazioni per capire se si può o meno usufruire di uno di questi tipi di pensione anticipata. Andare in pensione qualche anno prima può essere utile se si sono già maturati 41 anni di contributi perché questo permette di godere della propria pensione con una maggiore tranquillità finanziaria.
Inoltre, andare in pensione in anticipo può consentire di dedicarsi ad attività che prima non era possibile svolgere a causa degli impegni lavorativi, come viaggiare, coltivare hobby o prendersi cura dei propri cari.
E poi, a fronte di un prolungamento dell’attività lavorativa, è possibile che si verifichino problemi di salute o di stress, che potrebbero compromettere la qualità della vita.
Tuttavia, è importante valutare attentamente la propria situazione finanziaria e le possibili conseguenze sul reddito pensionistico prima di prendere una decisione definitiva.
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