Abbiamo parlato oggi di una rivolta nel carcere di Avellino, dove le forze dell’ordine hanno lavorato per ore per le trattative, circondando l’edificio. In serata la rivolta è rientrata.
Un numero imprecisato di detenuti ha preso il controllo di un intero reparto del carcere e secondo l’Sos del sindacato della polizia penitenziaria Sappe, si sono organizzati con l’olio bollente per aggredire il personale. Le tensioni non sono una sorpresa, il segretario generale ha infatti denunciato che da settimane la struttura è fuori controllo e proprio ieri era stata presentata una nuova richiesta all’amministrazione per intervenire circa l’emergenza mobilitando più agenti per controllare i diversi piani. Tuttavia, nonostante le premesse fossero delle peggiori, grazie all’impegno degli agenti e della direttrice, tutto è tornato alla normalità.
Rivolta nel carcere di Avellino
Incredibile quello che è avvenuto in queste ore presso il carcere Antimo Graziano di Avellino, dove circa 40/50 detenuti comuni dell’ala A e B hanno preso il controllo dell’intero reparto al primo piano e si sono asserragliati all’interno della struttura dopo aver distrutto arredi e suppellettili.
Hanno tenuto in scacco per diverse ore le forze dell’ordine che si sono posizionate tutt’intorno per cercare di contenere i disordini, sebbene la situazione fosse comunque molto grave e poteva degenerare da un momento all’altro.
La protesta, definita da alcune fonti come una vera e propria rivolta, avrebbe avuto origine da una punizione inflitta a un detenuto della medesima sezione, per motivi disciplinari.
Il carcere, che si trova nella frazione di Bellizzi, è letteralmente circondato in tutto il suo perimetro da carabinieri e polizia penitenziaria, in particolare il sindacato Sappe che rappresenta quest’ultimo reparto, sta riportando in tempo reale la situazione fornendo aggiornamenti sugli ultimi sviluppi.
Il segretario generale Donato Capece ha riferito che sono in corso le trattative ma la situazione è molto delicata perché la tensione è davvero alle stelle, infatti i detenuti si starebbero organizzando con olio bollente da utilizzare contro il personale.
Sul posto sono dispiegate diverse forze e in queste ore sono giunti anche il comandante provinciale dei carabinieri di Avellino, Luigi Bramati e il procuratore della Repubblica, Domenico Airoma.
L’appello del Sappe
Il sindacato autonomo si sta battendo da mesi per denunciare il poco personale all’interno delle strutture italiane e in particolare, da tempo le tensioni sono all’ordine del giorno nel carcere di Avellino, sebbene nessuna finora così grave.
Proprio ieri il Sappe era tornato a chiedere all’amministrazione penitenziaria l’assegnazione di un gruppo operativo di agenti penitenziari per far fronte alle criticità operative dei reparti. Oggi, una punizione, di cui non conosciamo bene i dettagli, è stata sufficiente per scatenare questo caos dove la situazione è fuori controllo da ore ed è impossibile trattare con i detenuti.
L’appello del Sappe è indirizzato anche al ministro della Giustizia Carlo Nordio, a cui si chiede di supportare il personale della casa circondariale perché non si possono più accettare violenze simili. All’interno, la direttrice dell’istituto Concetta Felaco ha collaborato insieme alla polizia per avviare trattative e convincere i detenuti a desistere dalla protesta e proprio lei è riuscita nell’intento.
Ieri si sono verificate altre aggressioni contro agenti e addirittura verso il medico del carcere, motivo che ha spinto appunto il sindacato a chiedere al Capo del Dap, il dipartimento di amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, di adottare un piano di azione specifico. Questo prevede di utilizzare gli agenti del Gom per la custodia dei detenuti più ostili, si tratta di un reparto della polizia penitenziaria specializzato proprio in questo.
Da tempo l’ordine interno delle carceri è disastroso e in questo modo la sicurezza dei dipendenti è a rischio. L’evento di ieri ha causato anche il danneggiamento di locali come l’infermeria e le celle stesse, ma soprattutto ha minato appunto alla sicurezza del personale poiché un detenuto teneva in ostaggio il dirigente medico in servizio mentre un altro aggrediva due poliziotti un un’altra ala.
Parlando di quello che sta avvenendo ad Avellino, Donato Capece ha anche ricordato l’episodio del 7 febbraio, giorno dell’ultima manifestazione del Sappe. Lo ha definito inqualificabile e ha detto di non aver mai visto una cosa simile in 30 anni di attività sindacali e centinaia di manifestazioni in tutta Italia.
Quel giorno era stato annunciato un sit-in davanti al carcere, regolarmente autorizzato dalla Questura, ma nel corso della mobilitazione un assistente della polizia di Stato si è avvicinato per chiedere i documenti ai partecipanti e quindi identificarli.
“nonostante le garanzie che la carta costituzionale prevede sul diritto di manifestare, noi, che siamo i rappresentanti dei problemi di chi lavora h24 in mezzo ai delinquenti, fummo intimiditi. i crimini che avvengono nel carcere di avellino quasi ogni giorno dimostrano che abbiamo ragione a protestare e continueremo a farlo. chiediamo ordine e sicurezza”.
Alla denuncia del Sappe si è unito anche Mirko Manna, Nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria:
“denunciamo l’inerzia del ministro e dell’amministrazione carceraria di avellino, fra l’altro non sappiamo le loro iniziative praticamente da quando si sono insediati. ci auguriamo che la rivolta rientri senza feriti ma soprattutto che vengano messe in campo strategie concrete perché la situazione è diventata insostenibile”.
Gli aggiornamenti
Poche ore fa, intorno alle 17, è arrivata la buona notizia. Grazie alla trattativa condotta con successo dalla direttrice, la rivolta è rientrata sena troppi danni. I detenuti sono di nuovo nelle loro celle.
Fondamentale la partecipazione della direttrice del penitenziario. Lo stop dell’emergenza è stato annunciato dalla questura di Avellino, che seguito attentamente la vicenda. Agenti di polizia, finanzieri, carabinieri e municipale hanno cinturato la struttura in tutta la sua area esterna, seguendo il protocollo del caso.
Non sono stati resi noti i dettagli della trattativa, però l’importante è che tutto sia tornato alla normalità. Nel frattempo i familiari dei detenuti, appresa la notizia, sono giunti ad Avellino per avere notizie sui propri cari.