Una lettera al “terzo uomo”, il collega mai indagato che le avrebbe scritto biglietti d’amore trovati nel suo armadietto, e un nuovo reperto sul luogo dell’incendio: nuovi elementi si insinuano nel mistero che avvolge il caso di Alice Neri, morta a Fossa di Concordia.
Il giallo della 32enne di Rami di Ravarino (Modena) trovata senza vita il 18 novembre scorso, il corpo carbonizzato nell’auto bruciata, si arricchisce di nuove ombre.
Una poesia appassionata con una citazione di William Shakespeare scritta da Alice Neri al collega – mai indagato – autore delle lettere d’amore sequestrate dai carabinieri nell’armadietto aziendale della vittima.
Lo riporta Il Resto del Carlino, secondo cui Alice Neri avrebbe scritto una poesia romantica a colui che nelle cronache è indicato come “terzo uomo” e che non è mai stato iscritto nel registro notizie di reato.
La presunta dedica sarebbe stata accompagnata da una catenina con una piuma, oggetto che la donna avrebbe regalato alla persona in questione ma di cui non si saprebbe molto altro.
Poche ore fa, il fratello di Alice Neri avrebbe fatto una scoperta di potenziale interesse investigativo sul luogo dell’incendio dell’auto della donna, nel cui bagagliaio è stato trovato il cadavere carbonizzato della vittima.
Si tratta di un nuovo reperto che consisterebbe in un pezzo di plastica blu, come riferito dall’uomo a Ore 14, fuso con quello che sembrerebbe un resto osseo.
Il condizionale è ancora d’obbligo, in attesa che vengano eseguiti tutti gli accertamenti necessari a stabilire la natura di quanto rinvenuto sulla scena a Fossa di Concordia.
C’è però un particolare che, in queste ore, starebbe destando interesse e nuovi interrogativi.
La trasmissione Ore 14, infatti, ha mostrato per la prima volta la foto di uno degli oggetti che sarebbero stati trovati all’interno della carcassa dell’auto bruciata di Alice Neri.
Oltre ad alcuni anelli – uno dei quali non sarebbe stato ancora riconosciuto come appartenente alla vittima -, sarebbe stata repertata una collana di proprietà ignota.
Il modello sarebbe lungo e forse maschile, secondo quanto affermato da un orafo interpellato dal programma di Rai2 condotto da Milo Infante, ma non si può escludere che possa appartenere a una donna.
I familiari avrebbero dichiarato che la collana “non è sua”, sgombrando il campo dall’ipotesi che possa essere di Alice Neri, ma non è chiaro se la donna possa averla ricevuta quella sera, il 17 novembre scorso, prima di morire o se, invece, a indossarla fosse il suo assassino.
Una risposta potrebbe arrivare se il collega con cui Alice Neri ha passato le ore precedenti alla morte decidesse di rompere il silenzio sulla serata di circa 7 ore trascorsa con lei al bar.
L’uomo, indagato nell’inchiesta come il marito della donna – atto dovuto a garanzia per condurre gli accertamenti del caso -, finora non avrebbe rivelato nulla di tutto quello che precede il momento in cui lui e Alice Neri si sarebbero salutati e le loro strade si sarebbero separate.
Il principale sospettato per la morte di Alice Neri e per la distruzione del cadavere è Mohamed Gaaloul, 29enne tunisino arrestato in Francia e attualmente in carcere a Modena.
Iscritto nel registro degli indagati poco dopo la tragica fine di Alice Neri, ha sempre respinto un suo coinvolgimento nel delitto.
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