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Nel naufragio in Grecia, si temono 600 morti e una strage di bambini

Passano le ore e il mare a largo del Peloponneso ancora non restituisce le vittime del naufragio in Grecia costato la vita, per ora, a 78 migranti.

Operazione di salvataggio – Nanopress.it

L’evento di Pylos è destinato a entrare nella storia come una delle peggiori tragedia di migranti del Mediterraneo, tanto che nemmeno ciò che è successo a Cutro è lontanamente paragonabile a questo disastro umanitario che ha coinvolto anche tanti minorenni.

Potrebbe salire il bilancio dei morti nel naufragio in Grecia

Rimane fermo a 78 il bilancio delle vittime del naufragio a largo del Peloponneso, in Grecia ma se pensiamo che il 14 giugno, quando abbiamo parlato di questa notizia, erano 17, è evidente che ancora non possiamo parlare di dati definitivi anche perché una cosa è certa: il peschereccio che trasportava i migranti partiti da Tobruk conteneva almeno 750 persone.

Un sovraffollamento tale che l’imbarcazione lunga circa 30 metri, che dalla Libia era diretta in Italia, non ha retto alle condizioni di maltempo e le onde hanno avuto la meglio, facendola ribaltare a 47 miglia nautiche da Pylos.

Le autorità hanno messo in moto la macchina dei soccorsi ma su questo punto ci sono diverse polemiche che vedremo in seguito. Gli operatori che stanno lavorando a questo naufragio, parlano di una catastrofe dal punto di vista umanitario, infatti di tutti i passeggeri solo 100 sono stati ritrovati in vita mentre gli altri risultano dispersi ma sono passate così tante ore che ormai è quasi certo che chi manca all’appello venga trovato senza vita.

Dettaglio ancora più triste è che nella stiva dell’imbarcazione c’erano 100 bambini, questo è quanto affermato da uno dei testimoni tratti in salvo dalla Guardia Costiera greca. Il Paese intanto ha istituito 3 giorni di lutto nazionale  in onore delle vittime del naufragio, che per ora rimangono ferme a 78 ma è un bilancio che potrebbe salire da un momento all’altro, proprio come è successo a Cutro.

Il naufragio rischia di diventare una delle peggiori tragedie in mare avvenute nel Mediterraneo, poiché i superstiti sono pochi rispetto a quanti hanno perso la vita. Uno di loro si trova ricoverato nell’ospedale di Kalamata e da lì ha raccontato ai medici della presenza dei bambini a bordo.

Il ritardo nei soccorsi

Come dicevamo ci sono delle polemiche per quanto riguarda la macchina dei soccorsi e in realtà questo è un elemento che ricorre spesso quando parliamo di naufragi di migranti. Ci si addossano le colpe fra i diversi governi e arrivano le accuse anche delle Ong, in particolare Alarm Phone ha denunciato il mancato invio dei soccorsi da parte della Grecia, nonostante le autorità italiane le avessero avvisate tempo prima.

Erano le 16.53 quando è stato comunicato lo stato di difficoltà del peschereccio e quindi le autorità greche ed europee e la Guardia Costiera del Paese sapevano dove agire e sapevano che era urgente un intervento immediato. Sapevano che c’era un’imbarcazione sovraffollata che aveva ceduto, tuttavia non è stata avviata nessuna operazione di salvataggio.

Un’immagine delle operazioni di salvataggio – Nanopress.it

Questo dettaglio è stato giustificato dalle autorità competenti dicendo che i migranti in difficoltà non volevano essere soccorsi in territorio greco.

Intanto il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ha chiesto di lasciar perdere le polemiche e concentrarsi sulla ricerca di chi manca all’appello. Le attività sono in corso e la priorità è fare tutto ciò che è possibile per cercare i dispersi, ci sarà poi tempo per indagare e addebitare le responsabilità di quella che sta assumendo sempre di più i contorni di una strage.

Secondo i medici potrebbero arrivare a 600 le vittime, questo quanto emerge dalle testimonianze dei sopravvissuti. Sono appena 104, di cui una donna e tutti uomini, provenienti dalla Siria, dal Pakistan e dall’Egitto. Non c’è traccia ancora dei minori che erano presenti sulla barca.

Oltre alla Grecia con i tre giorni di lutto, anche il Parlamento europeo ha reso omaggio alle vittime elogiando i soccorsi tramite un discorso letto al margine dell’emiciclo di Strasburgo, dal vicepresidente Marc Angel ma a nome della Metsola.

Soccorsi che come abbiamo visto non sono elogiati da nessun altro ma si tratta per una di un insieme di dicerie e non ci sono comunicazioni ufficiali su quanto sia accaduto realmente. Gli attivisti hanno raccontato che la navigazione, prima del disastro, andava avanti da 5 giorni e ormai i migranti a bordo avevano terminato le scorte di cibo e acqua. Ci si chiede quindi come sia possibile che abbiano rifiutato i soccorsi per il cavillo delle acque territoriali greche.

Fra l’altro, sappiamo che alcuni passeggeri avevano segnalato la presenza di sei cadaveri a bordo, una situazione quindi molto complicata in cui delle imbarcazioni che passavano in zona hanno provato ad aiutare lanciando bottiglie di acqua, ma lo scompiglio per prenderle avrebbe provocato l’oscillazione della barca fino a farla ribaltare.

Volontari – Nanopress.it

Ci sono dei dubbi sul fatto che i presenti avessero rifiutato ad ogni costo l’assistenza pur di continuare a navigare verso l’Italia. Inoltre sono emersi dei dettagli gravi, sembra infatti che l’incidente sarebbe avvenuto dopo che la Guardia Costiera era intervenuta agganciando il peschereccio con alcune corde per provare a trainarlo. Poi c’è stato il ribaltamento ma le autorità competenti prendono tempo sulle vere dinamiche, rimaniamo quindi in attesa che venga fatta chiarezza.

Claudia Marcotulli

Diplomata in grafica pubblicitaria, amo l'arte, la natura, gli animali, la grafica, la fotografia e la scrittura.

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