Come anticipato da Repubblica, pare proprio che nel nuovo contratto di servizio della Rai sia scomparsa la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta. Un errore, ha detto Sigfrido Ranucci, che può essere frutto della distrazione del ministero del Made in Italy che lo ha scritto (o per lo meno così si è augurato il conduttore di Report che proprio sul ministro titolare di quel dicastero, Adolfo Urso, ha fatto un’inchiesta qualche tempo fa).
Un errore, ancora, che non è piaciuto né alla segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che ha definito per questo il governo ipocrita, né al MoVimento 5 stelle. La leader dei dem, in realtà, ci è andata giù pesante con l’esecutivo di Giorgia Meloni anche perché nel nuovo contratto di servizio della Rai ci sarebbe anche l’obbligo di promuovere la natalità e la genitorialità, il tutto mentre, ha spiegato, “aumenta la precarietà e sta per tagliare il Pnrr sui nidi”. Non è solo il mondo della politica, però, che si è mosso contro le decisioni del ministero di Urso, anche il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, Vittorio Di Trapani, ha fatto sentire la sua voce.
Passo dopo passo, mattone dopo mattone, la nuova Rai targata Giorgia Meloni sta prendendo lentamente (ma dipende dai punti di vista) corpo. Dopo la nomina del nuovo amministratore delegato, Roberto Sergio, dei direttori dei vari telegiornali, la cacciata di figure storiche come Fabio Fazio, Lucia Annunziata e, per ultimo, anche Flavio Insinna, il cui posto all’Eredità, da gennaio, dovrebbe essere preso da Pino Insegno, molto più vicino alla presidentessa del Consiglio, dall’esecutivo si è deciso di cambiare il contratto di servizio, facendo sparire, secondo quanto rivelato da Repubblica, la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta, ma al contempo inserendo l’obbligo “alla promozione della natalità e della genitorialità”.
La mossa, che è stata fatta dal ministero delle Imprese e del Made in Italy che fa capo al meloniano Adolfo Urso, ha creato l’ennesima polemica tra il governo e le opposizioni, con la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, in prima linea. “Nel contratto di servizio Rai viene tolta la valorizzazione del giornalismo di inchiesta e invece inserita la promozione della natalità. Che significa e come incide sulla programmazione?“, si è domandata la leader dem, che poi ha aggiunto: “Un governo di ipocriti che intanto aumenta la precarietà e sta per tagliare il Pnrr sui nidi“.
A fare da eco a Schlein, poi, ci ha pensato il suo responsabile dei diritti, Alessandro Zan. Il deputato del Pd ha posto l’accento, ovviamente, sullo stesso problema sollevata dalla sua numero uno, concludendo che questo è quasi da paragonare al metodo di Victor Orban, il premier ungherese molto vicino a Meloni.
Ma non ci sono solo i dem ad andare contro la scelta del ministero. Anche dal MoVimento 5 stelle, e in particolare da Dario Carotenuto, capogruppo in commissione Vigilanza, che ha parlato di un “atto gravissimo“, dicendo inoltre che in “un’azienda come la Rai non può non citare un elemento così rilevante per l’informazione in un documento così importante come il contratto di servizio”.
Fuori dal Parlamento, ci si è mossi anche dal mondo del giornalismo per quanto emerso. Il presidente della Federazione nazionale stampa italiana, la Fnsi, Vittorio Di Trapani, che su Twitter oltre a chiedersi il motivo di questa decisione, ha spiegato anche quelle che sono le criticità, specialmente queste. Per lui, “il precedente contratto di servizio era imperniato sul principio generale del ‘favorire la coesione sociale’. È vero che nelle bozze del nuovo testo questo valore viene fortemente ridimensionato fino a ridurlo a un inciso in un articolo fuori contesto sul Made in Italy?”. Ma anche: “Nel nuovo testo accanto all’obbligo già esistente di ‘diffondere i valori della famiglia e della genitorialità’ si introduce quello della ‘natalità’. Questo vuol dire che non avranno pari dignità posizioni diverse, pienamente legittime e legali, presenti nella società?“.
E dubbi, ma anche polemiche ne ha sollevato anche Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, il programma che più di tutti si occupa di giornalismo d’inchiesta in Rai e che in passato si è occupato anche di Urso. Intervistato da Radio 1, il giornalista che dovrebbe prendere il posto di Fazio nella fascia serale della domenica ha detto che se fosse vero quello che è trapelato “sarebbe gravissimo, perché a fare il contratto di servizio è stato il ministero del Made in Italy, guidato da Urso, che è stato oggetto di un’inchiesta di Report“.
Ma Ranucci ha anche minimizzato, o per lo meno si è augurato che questo sia stato solo un errore di disattenzione, e la parte che riguarda il giornalismo d’inchiesta “verrà ripristinata il prima possibile“, anche perché, in altra maniera, si darebbe proprio un bruttissimo segnale.
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