I lavoratori dell’azienda Portovesme Srl, leader nel commercio di materie prime e metalli, stanno protestando nel Sulcis.
Si tratta dell’estrema parte meridionale della Sardegna, che da questa mattina è interessata da una manifestazione alquanto bizzarra. I lavoratori dell’azienda infatti sono saliti sull’estremità di una ciminiera a circa 100 metri di altezza per dire stop al caro energia. Vediamo nel dettaglio cosa sta accadendo.
Proteste nel Sulcis
Portovesme Srl è leader mondiale nel commercio di materie prime e metalli non ferrosi. Ad oggi è l’unica azienda produttrice di zinco e piombo in territorio italiano, risorse importantissime che danno lavoro a circa 1300 operatori che si trovano all’interno degli impianti.
L’azienda prende il nome dalla frazione del comune di Portoscuso, dove sorgono gli stabilimenti. Questo polo industriale specializzato nella metallurgia è conosciuto in tutta Italia poiché come dicevamo, è l’unico del suo genere ma questa mattina è citato nelle pagine di cronaca per una protesta che sta tenendo banco da diverse ore.
Come altre realtà produttive del nostro Paese anche la Portovesme fatica ad andare avanti per il caro energia. L’aumento dei costi infatti mette a rischio l’operatività e anche i posti di lavoro, poiché inevitabilmente si andrà incontro a dei tagli.
Così alcuni lavoratori hanno deciso di salire sul bordo di una ciminiera alta 100 metri ma non è il primo disordine che interessa l’azienda, infatti da lunedì il piazzale dove sorge l’impianto, nel Sulcis sardo, è pieno di tende dove i lavoratori degli appalti sono in assemblea permanente.
Le richieste dei lavoratori
Mentre si cerca di risolvere la situazione, tenendo d’occhio in particolar modo i dipendenti che si trovano sulla ciminiera per evitare che avvengano incidenti tragici, si presta ascolto alle richieste dei dipendenti.
“questo non è un colpo di testa ma un’azione concreta per sostenere le vertenze e le iniziative messe in atto dalle rsu e dai sindacati. vogliamo incontrare chi di dovere per aprire un confronto e trovare una situazione in tema energetico, non bastano le parole, serve un impegno forte”.
Così ribadiscono coloro che si sono asserragliati fin dalle prime luci dell’alba, all’altezza di 100 metri sulla ciminiera, spiegando che tutte le iniziative pacifiche che sono state prese fino a questo momento non hanno prodotto risultati ed è più di un anno che la crisi sta colpendo il settore energetico.
Questo rallenta la produzione ma provocherà a lungo andare anche dei tagli organici e molti lavoratori saranno licenziati.
“rispetto agli impegni precedenti non si sono risposte concrete e l’azienda sta riducendo gli impianti di produzione. la crisi è evidente ma per fermarla bisogna concordare un prezzo adeguato per l’energia. se così non fosse molti di noi fra poco saranno a casa”.
In tutto ciò il settore dei lavoratori degli appalti non riesce nemmeno a dare l’anticipazione della Cig, insomma una condizione molto critica su tutti i fronti che, con questo gesto eclatante, si spera arrivi finalmente all’attenzione del ministero.