È allo studio la nuova legge delega che prevedrà numerosi cambiamenti sul panorama Fisco italiano, tra questi Iva “zero” sui beni essenziali in cui rientreranno pasta, pane e latte, e anche tanti altri beni essenziali.
La riforma che dovrebbe approdare in Parlamento a fine marzo non riguarderà solo l’Iva ma toccherà anche l’Irpef che non sarà più a quattro aliquote, come è previsto oggi, ma a tre aliquote. Verranno anche rivisti gli altri tributi per una riforma generale del fisco italiano.
Legge delega, allo studio la riforma sul Fisco italiano
Nei prossimi giorni al Consiglio dei ministri sarà presentata la nuova legge delega a cui sta lavorando attualmente il Governo Meloni. Sarà Maurizio Leo, il viceministro dell’Economia, a portarla la prossima settimana in Cdm.
Lo scopo di questo disegno di legge delega è quello di riformare l’Irpef e anche l’Imposta di valore aggiunto che tutti noi conosciamo con l’acronimo di Iva.
Il Messaggero ha reso noto alcune delle ipotesi che attualmente il governo sta vagliando di inserire all’interno della legge delega, tra questi incontriamo la possibilità di azzerare l’imposta su alcuni prodotti che sono ritenuti di prima necessità.
L’idea alla base è quella di realizzare una sorta di “carrello della spesa” dove andare ad inserire tutti quei prodotti che sono ritenuti di prima necessità e per cui sarà previsto un aliquota ridotta.
Tra questi prodotti non mancheranno i prodotti alimentari tra cui pasta, pane, latte, pesce, carne e acqua minerale. Questa riduzione dell’Iva ha lo scopo di contenere anche l’inflazione.
Per arrivare a questo però sarà necessario riordinare tutte e quattro le aliquote attualmente presenti per l’Iva che sono del 4,5, 10 e 20%.
La nuova riforma fiscale che avverrà con questa nuova legge delega sarà un modo per riordinare completamente la normativa Iva nazionale e poterla allineare anche a quella europea. Inoltre sarà un mezzo che permetterà di migliorare il rapporto che hanno fisco e contribuenti.
A renderlo noto è Sandra Savino, sottosegretaria all’Economia, durante un’interrogazione di FdI in commissione Finanze alla Camera.
La stessa ha poi spiegato che i criteri direttivi dovrebbe consentire di semplificare alcuni istituti dell’Iva come ad esempio le detrazioni e i rimborsi, questo li renderà ai contribuenti più accessibili.
Sempre grazie a questi cambiamenti sarà possibile studiare e prevedere altri interventi che possano portare ad una ridefinizione delle esenzioni, a livellare le aliquote ridotte e a razionalizzare la struttura.
La riforma dell’Irpef si passa da quattro a tre scaglioni di reddito
Come abbiamo anticipato però la riforma non toccherà solo l’Iva ma anche e soprattutto l’Irpef.
Il nuovo disegno di legge delega prevede moltissimi cambiamenti per quest’ultimo che verrà portato da quattro a tre scaglie di reddito, con un’adeguata riduzione delle corrispondenti aliquote.
Questa non sarà la prima riduzione che subisce l’Irpef, già con il Governo Draghi si era passati da cinque scaglioni di reddito a quattro.
L’obiettivo all’epoca era rendere più equa l’imposta dello Stato, imposta che permette al sistema di generare quasi la metà delle sue entrate e che grava attualmente principalmente sui lavoratori dipendenti.
Con il governo Meloni si passerà da quattro a tre. L’obiettivo è quello di riuscire a ridurre l’imposizione fiscale generale senza però compromettere l’equilibrio dei conti.
Giancarlo Giorgetti ha anticipato che sarà un processo di riduzione del carico fiscale, che verrà effettuato in modo graduale.
Sono diversi mesi che quest’opzione è allo studio e il viceministro Leo ha elaborato diversi schemi che permettono la tenuta di un sistema a tre aliquote. Lo studio è ancora in corso con la Ragioneria.
Secondo il ministro per recuperare il mancato gettito sarà necessario ricorrere ad una revisione e ad una riduzione delle agevolazioni fiscali, che tra detrazioni e deduzioni ammontano a più di 600. Intervenendo li si potrà trovare le risorse per poter calibrare meglio le aliquote.
L’Irpef è il pilastro del sistema fiscale e per questo qualsiasi cambiamento che verrà attuato dovrà essere delicato, lo scorso 2022 ha portato nelle casse dello Stato 205,8 miliardi di euro.
Secondo il viceministro Leo, il fisco può essere una spinta che permetta una ripresa più rapida dell’economia italiana.
La nuova riforma che verrà presentata, perciò riguarderà non solo Iva e Irpef ma andrà ad intervenire anche su Ires e tributi minori.
Se verranno rispettati i tempi previsti il disegno di legge di riforma legata al Fisco sarà presentato in Parlamento tra fine marzo e i primi di aprile.