La tragedia è avvenuta all’ospedale evangelico Villa Betania di Napoli. La piccola Camila è morta dopo essere nata con un parto cesareo.
I genitori della bambina hanno sporto denuncia per accertare eventuali responsabilità da parte del personale sanitario. Al momento, come da prassi in questi casi, è stata avviata un’indagine interna. La mamma della piccola sta bene e nei prossimi giorni potrà fare ritorno a casa.
È entrata in ospedale pensando di tornare a casa con la sua piccola Camila e invece Giulia e suo marito di quella bambina porteranno soltanto un triste ricordo, chiuso in una bara bianca, che custodirà per sempre quel fagottino di 2,8 Kg, che si era appena affacciata alla vita. La loro piccola è morta subito dopo il parto. La madre – 31enne di Napoli – ha rotto le acque lo scorso 21 febbraio mentre era fuori casa. Così si è recata all’ospedale Evangelico Villa Betania a Napoli. Dopo 24 ore dal ricovero è stata sottoposta a un cesareo d’urgenza, ma la sua piccola Camila non ce l’ha fatta.
Il padre della bambina ha sporto una denuncia-querela, come riferisce Il Mattino, nei confronti dell’ospedale e – come avviene da prassi in questi casi – è stato aperto un fascicolo d’indagine. Spetterà ora agli inquirenti chiarire se vi siano state responsabilità da parte del personale sanitario o se la morte della piccola Camila sia da imputarsi a una tragica fatalità.
In un’intervista a Il Mattino, la madre della bambina ha raccontato le 24 ore che hanno preceduto il parto.
«Sono intervenuti troppo tardi, per questo la mia bambina è morta»
ha raccontato la donna, che è tuttora ricoverata in ospedale e nei prossimi giorni dovrebbe fare ritorno a casa.
«Quando sono arrivata al pronto soccorso non avevo contrazioni e mi hanno fatto i primi tracciati che risultavano buoni, ma avevo perso molto liquido amniotico»
ha raccontato ancora la 31enne.
Il giorno seguente – il 22 febbraio quindi – le è stato indotto il parto e Giulia ha assunto due pillole, come prevede il protocollo medico. In quel momento – stando a quanto racconta la neomamma – sarebbero iniziati i problemi, con dolori molto forti e il battito rallentato della piccola.
«Dopo la seconda pillola, stavo così male che mi hanno somministrato un farmaco per ridurre il dolore e le contrazioni, sentivo una forte tachicardia e, nel frattempo, sono andati avanti con le visite interne».
Stando al racconto della donna, l’induzione sarebbe iniziata alle 8 del mattino. In sala operatoria – per il cesareo d’urgenza – Giulia è arrivata il pomeriggio alle 15, quando ormai era troppo tardi.
Il racconto della neomamma a questo punto diventa straziante:
«Le abbiamo messo la sua prima tutina e l’abbiamo fatta benedire».
Il suo dolore fa spazio però alla richiesta di verità. Giulia e il marito Claudio vogliono capire cosa sia successo alla loro piccola e sapere se Camila avesse potuto essere salvata o se quanto le è accaduto sia stato il frutto di una drammatica fatalità, che nessuno – pur volendo – avrebbe potuto evitare.
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