Sono in corso le indagini su un presunto ritardo nel parto cesareo. La piccola Camila è morta poco dopo essere venuta alla luce.
La madre, tornata a casa, ha raccontato il dramma vissuto mettendo al mondo una bambina morta poche ore dopo essere nata. I genitori della piccola hanno sporto denuncia alle autorità, per chiarire se vi siano eventuali responsabilità o se – come sostengono i sanitari della struttura partenopea – sia stato fatto tutto il possibile per evitare il dramma. Sulla vicenda è stata quindi avviata un’indagine.
Ha rotto le acque alla 38esima settimana di gravidanza ed è corsa in ospedale, impaziente di conoscere la piccola che di lì a poco sarebbe venuta al mondo. Qualcosa però non è andato come avrebbe dovuto e la piccola Camila è morta poco dopo essere venuta al mondo. A raccontare il dramma vissuto da Giulia – 31enne di Napoli – e suo marito è La Repubblica, che riporta quella drammatica sequenza di fatti, prima della morte della piccola Camila.
I fatti risalgono al 21 febbraio scorso, quando la neomamma ha rotto le acque. Dopo essere arrivata in ospedale, sono stati effettuati i primi tracciati a Giulia, che hanno evidenziato una perdita di liquido amniotico, stando a quanto lei stessa ha raccontato. La 31enne è rimasta ricoverata in ospedale e le è stato indotto il parto, tramite l’assunzione di due pillole.
Con la seconda però è iniziata un’odissea per la puerpera, che alle 15 di quel pomeriggio è entrata in sala operatoria per essere sottoposta a un cesareo d’urgenza, che purtroppo non è bastato a salvare la vita alla sua piccola. Camila è morta poche ore dopo essere venuta al mondo.
Quello che si chiedono ora i suoi genitori è se sia stato fatto tutto il possibile da parte del personale sanitario per evitare che accadesse un dramma che segnerà per sempre le loro vite. Il marito di Giulia ha sporto denuncia, per chiarire eventuali responsabilità nella morte della sua prima figlia, mentre la moglie ha pubblicato un post da brividi, per raccontare il ritorno a casa, tra tutine rosa e una bara, che custodirà per sempre la loro bambina.
“Oggi torno a casa, con il ventre vuoto, una cicatrice e una bara. La mia casa sa di rosa, i cassetti sono pieni delle sue cose che non saranno mai indossate. Quello del medico non è un lavoro che si improvvisa, sono entrata in sala operatoria 24 ore dopo la rottura delle acque, sono stata abbandonata alla Speranza che i dolori incalzassero e il battito della bambina di stabilizzasse. È stata per me una violenza. Tutto per un maledetto PARTO NATURALE”
sono le parole colme di dolore di una madre, che ha visto la sua bimba nascere e morire lo stesso giorno.
E proprio alla piccola Camila, Giulia ha fatto una promessa: ottenere giustizia perché quanto accaduto a loro non capiti più a nessun altro.
Toccherà ora agli inquirenti chiarire se davvero vi siano delle responsabilità per la morte della bambina o se sia stato fatto tutto il possibile per evitare il dramma. Dal canto loro, i sanitari dell’ospedale partenopeo respingono ogni accusa – come riferisce La Repubblica – parlando di una corretta applicazione delle linee guida.
“dopo alcune ore da induzione del travaglio si è assistito a una sofferenza fetale improvvisa e diagnosticata precocemente, per cui dopo cinque minuti è stata portata in sala per il taglio cesareo con urgenza. Da questo cesareo in pochi minuti è nato un feto in forte sofferenza con la placenta distaccata, che ha poi portato al decesso”
hanno spiegato dall’ospedale.
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