A giugno Giulia è nata prematura in una casa di Sassari, poco dopo è morta. Oggi si chiude l’inchiesta con 4 indagati.
Gli inquirenti hanno terribili sospetti sui familiari, precisamente la mamma, i nonni e la zia, i quali non hanno chiesto aiuto ai medici e quando lo hanno fatto, la bambina era già deceduta. Vediamo i dettagli ripercorrendo la vicenda dall’inizio.
La piccola Giulia è venuta al mondo in condizioni molto particolari e infatti non è sopravvissuta perché non c’era un supporto medico per lei e la sua mamma. La ragazza ha partorito lo scorso giugno prematuramente all’interno di un appartamento a Burgos, in provincia di Sassari.
Giulia è venuta al mondo fra la 32esima e la 34esima settimana di gravidanza, aveva bisogno di cure anche quando era nel grembo e soprattutto quando è nata, ma l’ipotesi è quella che sia morta di stenti proprio per il parto in casa.
Sono stati i genitori della mamma di Giulia, la quale aveva 18 anni, a chiamare i soccorritori ma lo hanno fatto troppo tardi e la piccola era già morta al loro arrivo.
I fatti sono accaduti il 17 giugno ma la neonata era al mondo da alcuni giorni, probabilmente di fame, secondo gli accertamenti dei Carabinieri di Nuoro, ai quali sono affidate le indagini. Secondo una prima ricostruzione, è stata partorita in casa senza nessun tipo di assistenza dal punto di vista medico.
La Procura aprì un’inchiesta per capire con esattezza cosa sia successo in quei giorni e accertare le responsabilità, oggi questa è chiusa e ci sono 4 indagati.
Da quanto è emerso dalle indagini e dai pm di Nuoro, non solo Giulia è stata trascurata ma anche la giovane mamma, la quale non avrebbe effettuato nessuna visita medica durante la gravidanza, cosa che invece le avrebbe consentito di capire che c’era il rischio di un parto prematuro.
Neanche dopo il parto ha chiesto assistenza e i medici sono stati chiamati solo quando ormai era tardi e Giulia era già deceduta per uno stress respiratorio, aveva inoltre ulcere e infiammazioni all’ombelico.
La Procura ha chiuso le indagini e ora si punta il dito su 4 persone, ovvero la mamma, i nonni materni e la zia. A loro l’accusa contesta il reato di abbandono di incapace, da cui sarebbe derivata la morte, in alternativa c’è anche l’omissione di soccorso.
L’autopsia eseguita al tempo dal medico legale di Cagliari, Alberto Chigine, ha confermato che la morte di Giulia è avvenuta per inedia e trascuratezza, circa 5 giorni prima della chiamata al 118. Non è chiaro se durante il parto la 18enne sia stata aiutata dai familiari oppure abbia fatto tutto da sola per poi avvisarli in un secondo momento.
Una vicenda terribile, così come lo è ogni volta che leggiamo di un bambino morire di stenti per mano di madri inaffidabili e famiglie che sottovalutano la situazione. Sebbene il nucleo familiare non sia ancora stato dichiarato colpevole, questo potrebbe succedere a breve perché in effetti tutti gli indizi portano a loro, fatto sta che un piccolo angelo è volato in cielo senza avere la possibilità di vivere. Giulia è stata stroncata da una morte orribile dopo che tanto aveva lottato per venire al mondo nonostante le condizioni proibitive.
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