Ha confessato dopo una notte di interrogatorio Valentina Ventura, 34 anni, la mamma del neonato morto a Torino per strada. La donna è crollata davanti agli inquirenti: “Sono io la donna che cercate“. Il procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando e i Carabinieri possono così mettere la parola fine a una vicenda che ha scosso la comunità di Settimo Torinese, alle porte del capoluogo piemontese. La confessione chiarisce anche le ecchimosi e le ferite riscontrate sul corpicino del neonato: la donna lo avrebbe buttato dal balcone del secondo piano con ancora il cordone ombelicale attaccato, dopo aver partorito in casa. Inutile la corsa disperata al Regina Margherita di Torino.
Tutto è iniziato intorno alle sei del mattino di martedì 30 maggio quando Stefano Cravero, operaio di 21 anni al rientro dal lavoro, ha notato un fagotto per la strada: accortosi subito che c’era qualcosa che non andava, il giovane ha trovato il neonato, un maschietto, avvolto in un asciugamano ancora coperto di sangue e già agonizzante.
Insieme a Saverio Casorelli e Attilio Bondino, due netturbini al lavoro per strada, hanno cercato di prestare i primi soccorsi e hanno chiamato il 118, intervenuto subito sul posto. Inutile la corsa all’ospedale pediatrico di Torino Regina Margherita: il piccolo è morto poco dopo a causa delle ferite riportate in diverse zone del corpo provocate dalla caduta dal secondo piano.
I Carabinieri non hanno impiegato molto a rintracciare la donna: un giro tra gli abitanti del quartiere, le testimonianze di chi l’aveva vista col pancione e le sue risposte evasive che negavano la gravidanza, infine il fermo e il lungo interrogatorio, fino al crollo e alla confessione.
La donna, ex barista, viveva col convivente e la figlia di tre anni di fronte al luogo del ritrovamento del neonato: ora per lei l’accusa è di omicidio aggravato. Al momento non sono state stabilite responsabilità di altre persone.
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