Un’odissea senza fine quella vissuta dai genitori del piccolo Carlo Mattia, il neonato di 3 giorni morto l’8 gennaio scorso all’ospedale Pertini di Roma dopo essere rimasto soffocato, plausibilmente dalla madre, che si sarebbe addormentata su di lui, esausta dopo 17 ore di travaglio e il parto.
La salma del bambino sarebbe stata trasferita al Policlinico Umberto I, senza che nessuno avvertisse i genitori. I funerali del piccolo Carlo mattia sono slittati per via di questo ‘imprevisto’ del quale la famiglia era rimasta all’oscuro.
Un bambino morto in un modo terribile, quando si era appena affacciato alla vita e un’odissea vissuta dai familiari, già distrutti da quella drammatica perdita. Il piccolo Carlo Mattia è morto ad appena 3 giorni di vita all’ospedale Pertini di Roma, la notte dell’8 gennaio scorso, quando la madre – devastata dal travaglio e dal parto – si è addormentata dopo averlo allattato e il piccolo sarebbe stato trovato ore dopo da un’infermiera, allertata a sua volta da una compagna di stanza della madre del bambino.
Quello che emerge in queste ore però sembrerebbe avere dell’assurdo, se non fosse che il protagonista – suo malgrado – è proprio il piccolo Carlo Mattia. Sembra infatti che la salma del bambino, stando a quanto riferisce La Repubblica, sia stata spostata dal Pertini al Policlinico Umberto I di Roma, senza che nessuno pensasse di avvertire i genitori del piccolo.
Dopo aver eseguito l’esame autoptico, il 13 gennaio scorso, infatti, la salma del piccolo è stata spostata all’altro ospedale senza che i genitori venissero informati, come hanno fatto sapere i loro legali. Per celebrare i funerali del piccolo Carlo Mattia, i genitori si sono rivolti ad un’agenzia di pompe funebri, che hanno dovuto richiedere la documentazione necessaria per il rilascio della salma, e solo in quel momento sarebbe venuto fuori che l’ospedale non aveva ancora comunicato all’anagrafe la richiesta di registrazione del piccolo.
Il 20 gennaio scorso si sono potuti celebrare i funerali di Carlo Mattia, con ben 7 giorni di ritardo, rispetto a quando sarebbe stato voluto dai familiari e soltanto dopo l’autopsia.
La donna, stremata dal travaglio, più volte aveva chiesto sostegno al personale dell’ospedale, ma le sarebbe stato suggerito che «se il bambino avesse pianto, sarebbe stato opportuno tenerlo a letto con me», ha raccontato la mamma del bambino.
La morte del neonato all’ospedale capitolino ha scatenato un’ondata di solidarietà nei confronti della mamma del piccolo Carlo Mattia e l’associazione «Mama Chat» ha lanciato la petizione «Basta mamme sole» per chiedere che vengano garantiti accompagnatori in ospedale alle mamme.
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