Un bimbo di 18 mesi è stato ridotto in fin di vita da un ventenne che lo ha colpito violentemente tanto da procurargli la rottura dei timpani, la frattura di alcune costole, una lesione alla colonna vertebrale e una lussazione a una spalla, oltre che lividi sparsi, ferite alla testa, ematomi e una emorragia cerebrale. Il bambino ferito è stato trovato dalla mamma nella sua casa di Bankstown, quartiere residenziale che si trova nella zona ovest di Sydney, in Australia. Portato in ospedale, è stato trasferito al pediatrico di Westmead, dove rimane in gravi condizioni. Probabilmente il bambino è stato colpito dall’uomo che si doveva prendere cura di lui. La mamma ha voluto diffondere la foto del bimbo ferito per allertare tutte le mamme del pericolo di affidare i propri bambini a gente sconosciuta.
Arrestato il presunto aggressore del bambino
Un uomo di 20 anni è stato arrestato con l’accusa di aver aggredito il bambino di 18 mesi di Sydney, anche gli investigatori della squadra di pedofilia hanno partecipato alle indagini per fare luce sulle motivazioni che hanno potuto portare a un tale orribile atto.
Non è noto se l’uomo accusato di aver picchiato quasi a morte il neonato sia imparentato con il bambino o conosceva la famiglia e voleva mettere in atto un qualche tipo di vendetta.
L’aggressore, secondo gli investigatori, sarebbe Kelsey Rhodes, di 20 anni, che avrebbe approfittato di essere rimasto solo con il bambino nella sua casa di Bankstown a Sydney, per dare sfogo alla sua violenza, spezzando il cranio del bambino in tre punti, rompendogli le costole e la colonna vertebrale accanendosi con brutalità inaudita.
[didascalia fornitore=”foto”]facebook – Kelsey Rhodes[/didascalia]
La polizia, che ha dato aggiornamenti in merito, ha confermato che l’uomo è stato raggiunto da quattro capi d’accusa per aggressione volontaria e per aver provocato gravi lesioni personali ai danni di un minore. In base alla violenza riscontrata dalle ferite sul piccolo corpicino, all’imputato è stata negata l’uscita dietro pagamento di una cauzione.
Il giovane aggressore, giunto davanti in tribunale e interrogato dai giudici, è sembrato impassibile davanti alle accuse mosse nei suoi riguardi, e a domanda diretta, non è stato in grado di dare una spiegazione sul perché abbia massacrato di botte il bambino di 18 mesi.