Gli scienziati che vi si sono imbattuti l’hanno ribattezzata neve nera, certo è che si tratta di una nuova minaccia per lo scioglimento dei ghiacciai, mettendo in pericolo le biodoversità, l’intero ecosistema e il futuro del pianeta. Non è facile allarmismo il dibattito che si è scatenato intorno alla fuliggine scura che ha ricoperto una vasta porzione dell’Artico, poiché, stando a quanto rilevato dalle prime analisi scietifiche, le conseguenze di questa “polvere” è un’accelerazione degli scioglimenti dei ghiacciai.
Un team di esperti coordinato da Jason Box del Geological Survey of Denmark and Greenland si era recato in Groenlandia questa estate per rilevare lo stato dei ghiacci nel Paese, e con sconcerto gli scienziati hanno invece scovato una grande area completamente ricoperta da neve scura, assai più ampia di quanto avessero mai potuto immaginare dopo le prime rilevazioni satellitari qualche anno fa, come ha dichiarato ai media lo stesso Box: ‘Il ghiaccio quest’anno non era un po’ scuro, era decisamente scuro‘, ha affermato infatti lo scienziato, sottolineando di ‘non aver mai visto una cosa simile‘. Il fenomeno della neve scura infatti non è una novità per la Groenlandia, ma sono le dimensioni che sta assumendo il fenomeno a destare preoccupazione.
L’area interessata dal ghiaccio nero si trova a 67 gradi latitudine nord, 1.010 metri sul livello del mare, e lo spettacolo apocalittico che si è presentato agli occhi del team di esperti è stato davvero impressionante: ovunque vi erano buche profonde da mezzo metro fino a un metro contenenti polvere e detriti scuri, chiamati crioconite, trasportati fin lì dal vento. Si tratterebbe di materiali di scarto provenienti da deserti, resti di incendi, centrali a carbone e motori diesel, ma il problema vero è che questa fuliggine riduce la riflettività del ghiaccio, accentuandone lo scioglimento con processi sempre più rapidi. Come membro del Servizio Geologico della Danimarca e della Groenlandia, Box ha viaggiato dalla Groenlandia fino a Copenaghen per cercare di rintracciare la fonte originaria della fuliggine che sta accelerando la scomparsa dei ghiacciai: questo progressivo accumulo di impurità dei ghiacci, osservato per la prima volta nel 2009, rischia di raggiungere ogni anno livelli maggiori durante il periodo primaverile-estivo fino al punto di non ritorno, se non verrà al più presto trovata l’origine del fenomeno, e adottate le relative contromisure.