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New Shepard di Bezos, fallisce il lancio: anomalia sul razzo

Fallito il lancio del razzo New Shepard, della compagnia missilistica Blue Origin guidata da Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Doveva essere il volo numero 23 di questo stesso programma che, nei mesi scorsi, ha portato vip ai confini dello spazio.

New Shepard dopo il guasto rientra sulla terra-Nanopress.it

Fallisce, stavolta, inaspettatamente il volo del razzo della Blue Origin. Una mezza doccia fredda per la compagnia missilistica del, miliardario, fondatore di Amazon.

Una anomalia ferma New Shepard

Gli stessi protagonisti commentano brevemente, licenziando il tutto con un tweet,  imputando il fallimento del lancio ad una anomalia non prevista, sottolineando che grazie al sistema di emergenza la capsula è rientrata sulla terra.

Il programma New Shepard prende il nome proprio dal primo americano nello spazio, Alan Shepard, astronauta di Mercurio. Un tipo di razzo e capsula utilizzato nei voli precedenti per portare persone paganti nello spazio.

Jeff Bezos era stato il protagonista del primo volo nel quale, l’equipaggio pagante, viene portato ai confini dello spazio, per poi ritornare sulla Terra. Il viaggio ha una durata di dieci minuti e, ovviamente, ha un costo talmente elevato che al momento (o forse anche in futuro) possono permettersi solo alcuni vip.

Altri personaggi che avevano preso parte ad uno di questi, costosi ma di sicuro affascinanti, viaggi sono stati l’attore canadese  William Shatner e Michael Strahan un icona della NFL e Buon giorno America.

In tutto, da quando è iniziato quello che potremmo chiamare turismo spaziale, dalla scorsa estate ad oggi, grazie a Bezos, sono 31 le persone che hanno visitato lo spazio.

Jeff Bezos con William Shatner per il volo turistico nello spazio di New-Nanopress.it Shepard

Questo ultimo volo, però, tra l’altro programmato per fine Agosto ma più volte rinviato a causa del maltempo, non trasportava equipaggio umano ma soltanto degli esperimenti scientifici.

Trentasei esperimenti metà dei quali sponsorizzati dalla Nasa che, però, purtroppo per la Blue Origin non hanno raggiunto il loro obiettivo. Appena ad un minuto dalla partenza, infatti, il razzo ha visto entrare in funzione il sistema di interruzione.

Il rientro sul deserto texano

Un sistema di sicurezza che si attiva autonomamente appena rivelata una anomalia di un qualunque tipo. Tale sistema interrompendo il lancio, consente alla capsula tramite un sistema di emergenza di rientrare sulla terra ferma.

In questo caso particolare, la capsula si è adagiata, grazie al suo sistema di paracadute, sul deserto texano.

L’incidente, le cui cause ancora non sono state identificate o almeno non sono state rese pubbliche, è avvenuto a 8.500 metri di altezza ad una velocità di circa 1000 chilometri all’ora.

 

 

Rocco Grimaldi

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