Novità sulle pensioni poco incoraggianti (tanto per cambiare) soprattutto per chi è ancora lontano dall’età pensionabile. Il problema è sempre lo stesso: la vita media si allunga, la popolazione invecchia, il numero dei pensionati aumenta di conseguenza, ma l’alto tasso di disoccupazione fa sì che, in ottica futura, il sistema pensionistico italiano diventi insostenibile: senza interventi correttivi si arriverà al giorno in cui non ci saranno abbastanza lavoratori per pagare le pensioni agli anziani.
L’INPS ha aggiornato i dati sulle pensioni dai quali è chiaro che “Rispetto all’anno precedente si registra un incremento dello 0,8% nel numero delle pensioni (erano 2.819.751 nel 2016) e degli importi annui in pagamento ad inizio anno, cresciuti dell’1,9% rispetto ai 66.309,8 milioni del 2016″.
E per quanto riguarda poi gli importi pensionistici emergono numeri estremamente interessanti: i paperoni fra i pensionati italiani sono sicuramente i medici che a fine carriera portano a casa una pensione media di 4mila euro. Fra gli impiegati pubblici gli insegnanti sono invece quelli che incassano meno, portando a casa una pensione che non arriva a 1400 euro mensili.
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PENSIONI: OGGI SCATTA L’ALLARME
La preoccupazione degli esperti riguarda uno squilibrio evidente tra entrate contributive e prestazioni in pagamento, in parte determinato dal continuo calo del personale pubblico impiegato attivamente. È facile immaginare cosa potrebbe accadere tra qualche anno se il trend non cambia: i pensionati saranno molti di più dei dipendenti pubblici che versano contributi nelle casse INPS, e l’equilibrio della struttura previdenziale rischia di dissolversi.
INPS AGGIORNA I DATI SULLE PENSIONI
La distribuzione delle pensioni della Gestione dipendenti pubblici, vigenti all’inizio di quest’anno, per categoria e classi di importo mensile mette in evidenza che il 17,5% delle pensioni pubbliche ha un importo mensile inferiore ai 1.000 euro, il 50,9% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 23,4% di importo tra 2.000 e 2.999,99; l’8,3% ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su.
Tra l’inizio del 2013 e l’inizio del 2017 abbiamo visto un incremento, il numero di pensioni della Gestione dipendenti pubblici è aumentato dell’1,8%, passando da 2.791.738 nel 2013 a 2.843.256 nel 2017, mentre gli importi medi annui sono aumentati del 4% passando da 22.844 euro nel 2013 a 23.768 euro nel 2017 (in media 1.828 euro mensili).
PENSIONI ANTICIPATE E RIFORME
I dati offrono anche un quadro di chi è andato in pensione nel 2016: è sceso il numero di nuove pensioni liquidate nel 2016, anche per effetto della riforma delle pensioni, ma è salito l’importo medio erogato ai nuovi pensionati. Si tratta di 114.833 persone, il 4,1% in meno rispetto all’anno precedente (119.778), per un importo complessivo di 3.013 milioni di euro e importi medi mensili pari a 2.018,33 euro (in aumento dell’1,1% rispetto al 2015, quando l’importo medio mensile era pari a 1.997,45 euro).
NEWS PENSIONI EX ENPALS
Dai dati Inps emerge anche la situazione in cui versano le pensioni ex Enpals, che nella stragrande maggioranza dei casi (il 96% di 57mila posizioni) sono a carico della gestione dei lavoratori dello spettacolo (il 4% restante a carico del fondo degli sportivi professionisti). L’importo complessivo annuo è di 924 milioni di euro, di cui il 94% (868,6 milioni) erogato dalla gestione lavoratori dello spettacolo e il 6% (55,4 milioni) dal fondo sportivi professionisti.
Nel report è chiarito che “Rispetto all’anno precedente, si osserva nel complesso un decremento del numero delle pensioni e degli importi annui in pagamento ad inizio anno, con però una netta differenziazione per gestione. Infatti, mentre per i lavoratori dello spettacolo il numero delle pensioni e l’importo complessivo annuo sono diminuiti rispettivamente dell’1,3% e dello 0,9%, per gli sportivi professionisti l’andamento è opposto, con un incremento del 5,4% del numero di pensioni e del 7,2% dell’importo complessivo annuo in pagamento”.
IN CONCLUSIONE
Se il sistema pensionistico non dovesse essere alimentato da nuova linfa, se cioè la tendenza non dovesse invertirsi, si rischierebbe di dover attuare ciò che un po’ tutti paventano, ovvero l’innalzamento dell’età pensionabile. Negli ultimi anni infatti più voci hanno proposto di innalzare l’età pensionabile a 70 anni.
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