Un’accusa di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa, era quella che pendeva sulla testa di Nicola Cosentino, ex sottosegretario all’Economia. Ma la sentenza della Cassazione è arrivata.
Dall’accusa all’assoluzione. La Cassazione ha rigettato il ricorso della procura di Napoli e le accuse contro Cosentino sono tutte decadute.
Il reato di cui era accusato l’ex sottosegretario all’economia ed, anche, ex politico di Forza Italia, Nicola Cosentino, era grave, ovvero quello di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa. Il suo reato era in relazione alla costruzione, a Casal di Principe, in provincia di Caserta, di un centro commerciale che era stato voluto dal clan dei Casalesi ma che, in realtà, non è mai stato costruito.
Nel processo denominato “Il principe e la scheda ballerina”, Cosentino era parte integrante ed accusato di questo reato. Ma ora la corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Procura di Napoli ed ha confermato la sua assoluzione.
Già lo scorso 29 settembre del 2020, Nicola Cosentino era stato assolto dalla Corte di Appello “per non aver commesso il fatto”. Una sentenza, di secondo grado, che aveva completamente ribaltato ciò che invece il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva espresso, e cioè la condanna di Cosentino in primo grado a cinque anni e mezzo di carcere.
Con l’ultima sentenza emessa dalla corte di Cassazione e la conferma dell’assoluzione per una seconda volta, si chiude definitivamente uno dei tanti processi giudiziari nei quali Cosentino è stato coinvolto.
Il tutto partì da un’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che, nel processo dal nome alquanto particolare e che ha visto implicato anche lo stesso Cosentino, nel 2011 portò all’arresto di 50 persone. Da un lato vi erano le accuse della mancata realizzazione del centro commerciale a Casal di Principe e, dall’altra, anche il voto di scambio in relazione alle elezioni comunali proprio a Casal di Principe del 2007 e del 2010.
Alcuni politici furono arrestati e finirono in carcere, fra i quali l’ex sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano. Nicola Cosentino scelse, insieme ad altri 20 imputati, la via del processo ordinario.
Ma cosa venne contestato all’ex sottosegretario all’Economia? Un incontro che lui ha avuto a Roma, in una filiale della Banca Unicredit, il 7 febbraio 2007. Stando all’accusa, questo incontro doveva servire per fare pressioni sul funzionario Cristoforo Zara, affinchè concedesse il finanziamento di circa 5 milioni di euro, per realizzare il famoso centro commerciale, poi mai realizzato.
Gli avvocati di Nicola Cosentino, però, hanno sempre smentito che la circostanza dell’incontro fosse servita a questo scopo, come sospettato anche dalla DDA, poiché tale prestito era già stato deliberato il 31 luglio del 2006 e l’incontro di cui Cosentino era accusato si era avuto due giorni prima e aveva già dato parere positivo all’erogazione. Ma tale erogazione di denaro fu, poi bloccata.
Ora, con l’assoluzione anche in Cassazione, Cosentino non è più accusato e si chiude, per lui, uno dei procedimenti giudiziari nel quale era accusato.
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