Chi è Nicolás Maduro, il presidente del Venezuela? Già pupillo del defunto leader Hugo Chávez, che lo indicò come suo successore prima di morire di cancro nel 2013, ha un passato da autista di mezzi pubblici, sindacalista e ministro degli Esteri. Eletto democraticamente con una maggioranza risicata (50,7% dei consensi), ha dimostrato di non avere il carisma del suo precedessore, e nemmeno una visione politica di ampio orizzonte per governare con successo il Venezuela. Non a caso non è riuscito a invertire la tendenza già imboccata prima della sua elezione, e il Paese oscilla sul baratro del default mentre la crisi economica, umanitaria e sanitaria sta definitivamente azzerando ogni ricchezza, e la gente – letteralmente affamata – si dice pronta alla guerra civile. Ma vediamo la biografia di Nicolas Maduro, qual è stato il suo impegno politico e perché è fortemente criticato.
BIOGRAFIA DI NICOLAS MADURO
Nicolás Maduro Moros è nato a Caracas il 23 novembre 1962 da padre venezuelano impegnato nella politica a sinistra, e madre colombiana. Cresciuto in un ambiente famigliare moderato e cattolico, non prosegue la carriera universitaria ma lavora come autista di mezzi pubblici a Caracas, dove si interessa di politica diventando rappresentante dell’unione dei lavoratori, sindacalista e fondatore del Sitrameca (Sindacato Metro de Caracas). L’ex militante della Lega Socialista viene così eletto nel consiglio di amministrazione dell’azienda pubblica di trasporti di Caracas. Verso gli anni ’90 si avvicina a Hugo Chávez, politico molto carismatico che, in nome del chavismo ha deciso di candidarsi alla guida del Venezuela.
CARRIERA POLITICA DI NICOLAS MADURO
Quando Chávez viene imprigionato nel 1992 dopo aver condotto un tentativo di colpo senza successo, Maduro e la sua futura moglie e avvocato, Cilia Flores, sostengono una lunga battaglia per il rilascio di Chávez, che viene liberato nel 1994. Tre anni dopo fonda il Movimento Quinta Repubblica (Movimiento Quinta República, MVR), partito di sinistra umanista, socialista e patriottico che si ispira agli ideali rivoluzionari del padre della patria, Simón Bolívar, e Maduro entra a farne parte.
Quando nel 1998 Hugo Chávez è eletto Presidente del Venezuela, nomina Maduro come deputato all’Assemblea Nazionale Costituente, che nel 1999 avrebbe scritto la nuova Costituzione del paese. Nel 2005 viene nominato presidente del Parlamento. L’anno successivo è capo del Ministero del Potere Popolare per gli Affari Esteri. Alle elezioni presidenziali del 2012 è nominato vicepresidente dell’Esecutivo e alla morte di Chavez, avvenuta nel 2013 per un cancro, si candida a presidente del Venezuela. Lo stesso Chavez, prima di morire, ha indicato Maduro come suo successore.
LEGGI ANCHE LA RICCHEZZA PERDUTA DEL VENEZUELA, UN PAESE A RISCHIO DEFAULT
MADURO PRESIDENTE DEL VENEZUELA
Il 14 aprile 2013 vince le elezioni, anche se con un risultato risicato (50,78% dei voti contro il 48,95% dell’avversario) e viene eletto alla Presidenza della Repubblica proseguendo idealmente la strada del socialismo bolivariano indicata da Chávez. Maduro però non si è rivelato essere all’altezza delle sfide del suo tempo, in un Paese come il Venezuela che paga il prezzo non solo di due piaghe sociali come criminalità e corruzione, ma anche della cattiva gestione degli affari economici, primo fra tutti l’utilizzo del petrolio, su cui il Venezuela galleggia. Con il brusco calo del prezzo del petrolio, l’economia venezuelana si è come dissolta e la sua ricchezza evaporata, o è andata a riempire le tasche di pochissime persone.
La crisi economica dilagante e l’aumento della povertà ha fatto aumentare il numero degli oppositori delle politiche economiche di Maduro, mentre quest’ultimo ha accusato i servizi segreti stranieri di fomentare un golpe contro di lui o di volerlo assassinare. Maduro aveva inserito la lotta alla corruzione, alla violenza e all’inflazione nel suo programma elettorale, ma chi lo critica indica proprio in lui il vertice di un sistema di potere corrotto.
In campo internazionale, Maduro ha continuato i tentativi di Hugo Chavez di costruire la cooperazione tra le nazioni latino-americane, con la partecipazione agli incontri della PetroCaribe e della Comunità degli stati latino-americani e dei Caraibi (CELAC), e assumendo la presidenza del Mercato Comune del Sud (Mercosur).
Dal 2014 le proteste nelle piazze proseguono nonostante la dura repressione militare: scendono a manifestare sia chavisti che antichavisti, segno che ciò che Chávez ha realizzato in 14 anni al potere, mettendo le classi più povere al centro della sua azione politica, è stato in qualche modo distrutto dalla politica di Maduro, che non ha permesso alla società di progredire, perché non è stata accompagnata dalle giuste riforme che potessero consentire un sano sviluppo di un’economia non necessariamente legata solo allo sfruttamento del petrolio.
LEGGI ANCHE LA CRISI VENEZUELANA, MADURO E IL CHAVISMO TRADITO
Nel 2017 Maduro ha annunciato di voler ri-cambiare la Costituzione (la ‘perfettissima’ come l’aveva chiamata Chávez), in nome della libertà del popolo, ma gli oppositori pensano che sia solo una mossa per mantenere il potere ancora per un po’ di tempo nelle sue mani.