Niente più compiti a casa. La sperimentazione coinvolge la scuola primaria e la scuola media: i ‘fortunati’ fanno parte di 166 classi di cinque province italiane, Biella, Verbania, Milano, Torino e Trapani. Se finora eravamo fermi alle iniziative dei singoli, come quella del preside ligure Maurizio Parodi, che aveva dato vita a una pagina Facebook, ‘Basta compiti!’, e a una petizione online che aveva avuto 25 mila firme, ora siamo a qualcosa di più strutturato.
Le maestre di 13 classi dell’Istituto comprensivo Biella II sono tra le sperimentatrici. La preside Rita Vineis dice: “Il fatto di non assegnare compiti a casa è la conseguenza di una diversa organizzazione della settimana scolastica”. Entra poi nel dettaglio la maestra della primaria biellese, Susanna Rolando: “Abbiamo strutturato il tempo scolastico in modo da far studiare ai nostri alunni per due settimane lo stesso macro-argomento, trattato anche dalle altre colleghe in ottica interdisciplinare. Le insegnanti delle classi svolgono le normali attività di mattina e, nel pomeriggio, consolidano le conoscenze con attività di diverso tipo, anche pratiche”.
Così, i bambini “acquisiscono i contenuti in quelle due settimane e non sono appesantiti da compiti a casa. Le lezioni, alla scuola elementare, prevedono per una settimana intera lo studio dell’Italiano e per l’altra la Matematica, affrontando l’argomento con il contributo di tutte le discipline”. Non è solo una questione di avere il pomeriggio libero dai compiti, ma un modo diverso di insegnare a scuola.
Il Biella II potrebbe estendere la sperimentazione anche ad alcune classi della scuola media perché i primi risultati sono soddisfacenti: “E’ una metodologia inclusiva che non lascia indietro nessuno, che evita la stratificazione delle conoscenze. L’argomento che gli alunni studiano viene affrontato e concluso in tempi brevi e le conoscenze vengono consolidate”. Il progetto del capoluogo di provincia piemontese è frutto di un manuale sulle difficoltà di apprendimento, stilato in collaborazione con la Asl di Biella. Progetto che sarà presto esportato in Toscana, Umbria e Lazio.
Non erano poche, negli ultimi anni, le critiche da parte di mamma e papà, costretti ad aiutare figli alle prese con compiti sempre più difficili. In Finlandia, e l’Italia spera un giorno di poterle assomigliare visto che nel Paese scandinavo le performance dei 15enni sono al top in Europa, il grosso del lavoro si svolge a scuola, con meno ore di lezione. Come detto, da noi, dopo l’inizio della sperimentazione in 36 classi del biellese, da quest’anno scolastico si estende a 90 classi della provincia di Milano e 40 di Trapani. L’Università di Milano monitorerà i risultati.
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