Niente fumo, vino e sesso: italiani brava gente (e triste)

Sesso

I vizi capitali? Gli italiani sono diventati bravi a evitarne almeno tre, secondo un’indagine della Coop. Poco vino, nonostante l’Italia sia uno dei Paesi dove è più buono, sempre meno sigarette e anche il sesso pare essere in ritirata. Ma aver rinunciato a Bacco, Tabacco e Venere ci ha resi un popolo più triste: nell’ultimo decennio, infatti, siamo scesi di voto in quanto a felicità. Ora siamo a 5,3 mentre, nel 2008, avevamo la media del 7. Solo colpa della crisi?

La fama degli italiani sciupafemmine è ormai un lontano ricordo secondo la disamina che la prima catena italiana della grande distribuzione aggiorna di anno in anno, prendendo come base i consumi. Il fenomeno sessuale si traduce in due segmenti e nessuno dei due è positivo: la passione è scemata, usiamo sempre di meno i preservativi. Le vendite di contraccettivi e simili calano velocemente: negli ultimi 12 mesi la spesa è scesa del 6% (-4,7% in quantità). Pure spirali, diaframmi e spermicidi sono ormai sugli scaffali, abbandonati: -4,6% per la quantità, -2% di spesa. E ancora: -9% per gel stimolanti, -3,4% (-4,2% di confezioni in meno) per i contraccettivi ormonali sintetici. Persino le pillole miracolose, tipo Viagra, non piacciono più così tanto (-0,5%).

I contraccettivi di emergenza, come la pillola del giorno dopo, vivono invece un periodo di grande floridezza (+22,5% di confezioni in più, +19,4% di spesa negli ultimi 12 mesi). Come dire che chi fa sesso – sempre meno – è poco istruito sulle conseguenze. Non va meglio per il mercato del porno, davvero a sorpresa: su Google la ricerca per parole ‘porno’ e ‘youporn’ è in discesa, negli ultimi sei anni si è dimezzata. Il traffico sui siti hard – un quinto è donna, il 23% – è pure in calo. Ci siamo dimenticati come ci si diverte? La trasgressione non fa più parte delle nostre giornate?

Può darsi. Se i fumatori erano il 23,7% nel 2012, oggi sono il 19,8%. Solo il 77% della popolazione con più di 11 anni consuma alcolici almeno una volta l’anno, Natale, Capodanno e Pasqua inclusi. Nel 2006 eravamo all’81,1%. L’unica voce trasgressiva che pare essere in grande spolvero è quella che riguarda i tatuaggi: il 13% della popolazione italica ne ha almeno uno. E’ sufficiente per essere fuori dalle regole?

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