Nessuno può escludere un attentato in Italia, per questo sono stati rafforzati gli obiettivi sensibili: questo il concetto più importante espresso da Angelino Alfano. Il ministro dell’Interno ha indetto una conferenza stampa al termine del Comitato di Sicurezza indetto al Viminale dopo l’attentato di Nizza. Vertice a cui, oltre agli esponenti delle forze militari e dei servizi segreti, ha partecipato anche il premier Matteo Renzi.
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“Abbiamo deciso di rafforzare ulteriormente i nostri sistemi di vigilanza e di presidio degli obiettivi sensibili – ha detto Alfano – Noi teniamo il nostro sistema difensivo in una tensione funzionale, non per provocare angoscia, ma con l’obiettivo di renderlo efficiente nella sciagurata ipotesi, che nessuno può escludere, di un evento che possa accadere nel nostro Paese”.
Sottolineando l’importanza della prevenzione, ha dichiarato: “La prevenzione è quanto di più grigio possa esistere, perché quando non succede niente nessuno lo collega all’azione di prevenzione. Ma se nulla è successo fin qui, è certamente anche perché da gennaio 2015 sono state controllate 154.136 persone, effettuate 2.717 perquisizioni, ispezionati 32mila veicoli, compiuti 531 arresti. Altre 837 sono state indagate. Abbiamo effettuato 99 espulsioni di soggetti per il loro avanzato processo di radicalizzazione, tra cui 7 imam”.
La ‘car-jihad’
Il ministro ha parlato di “car-jihad”, la guerra che i terroristi islamici hanno dichiarato all’Occidente servendosi anche di mezzi di trasporto. Come nel caso di Nizza, dove un franco-tunisino ha fatto strage a bordo di un camion. Per spiegare la “car-jihad” ha citato le parole di Mohammed al Adnani, portavoce dello Stato islamico, che disse: “Uccidete il militare e il civile, sono la stessa cosa. Se non potete trovare un proiettile o una bomba, usate una pietra per rompergli la testa, o un coltello, o investitelo con l’automobile”.
Controlli rafforzati su strade e autostrade
In Italia sono stati rafforzati i controlli sui valichi e sulla frontiera francese di Ventimiglia. Più attenzione anche su strade e autostrade, visto che c’è il rischio che i terroristi utilizzino mezzi pesanti per sfondare caselli e blocchi stradali. E non solo: “Abbiamo per 17 aeroporti un piano ben preciso di impiego elle forze armate e abbiamo una vigilanza che si giova dell’uso di 7.050 uomini delle forze armate”, ha assicurato Alfano. E ancora: “Sono attivi sul nostro territorio nuove strutture, abbiamo istituito delle unità operative di pronto intervento da parte di polizia di Stato, carabinieri, insieme a squadre di supporto dell’Arma. Si tratta di nuclei specializzati nelle azioni di prevenzione terroristica”.
“Formare gli imam in Italia”
Il ministro ha poi parlato della necessità di aumentare i controlli negli ambienti in cui il radicalismo può fare proseliti. Come le carceri: “Abbiamo monitorato le carceri nelle ore immediatamente successive ai fatti di Nizza perché sappiamo che diventano luogo di radicalizzazione. A differenza di altre circostanze, non abbiamo avuto segnali di sostegno o a solidarietà per quanto accaduto da parte di soggetti di fede islamica o di altre fedi”. E come le moschee, luoghi da tenere sotto controllo: “In Italia non possiamo più avere gli imam ‘fai da te’, che si sono formati in altre aree di mondo che hanno una cultura radicale non compatibile con il nostro ordinamento giuridico”. L’obiettivo è arrivare alla figura dell’“imam italiano che abbia una formazione italiana quanto meno dal punto di vista delle regole dell’ordinamento giuridico”.
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