Massima allerta in Francia dopo l’attentato islamista di ieri nella cattedrale di Notre-Dame a Nizza. Un giovane tunisino, che era sbarcato a Lampedusa a settembre, ha ucciso a coltellate 3 persone. Il presidente Macron ha dichiarato: “Siamo sotto attacco ma non cederemo“.
Spari, urla e il blitz dei poliziotti da un ingresso laterale della basilica di Nizza. Sono da poco passate le 9 di mattina quando gli agenti, allertati da un abitante, entrano in azione. Un uomo armato di coltello è arrivato 10 minuti di prima a Notre Dame nel pieno centro di Nizza. Sotto i suoi fendenti muoiono tre persone: una donna di 70 anni, decapitata, il sagrestano, ferito alla gola, e una donna di 30 anni che raggiunge un bar prima di morire. Fin dalle prime ricostruzioni, non ci sono dubbi: è terrorismo. Colpito da almeno 6 proiettili e arrestato, l’attenatore ora è in ospedale, ma non in pericolo di vita. Mentre le campane di Notre Dame continuano a suonare, accompagnate alle 15 in punto da quelle di tutta la Francia, il quartiere viene completamente blindato e l’indagine passa alla procura antiterrorismo.
L’attentatore si chiama Brahim Aouissaoui, tunisino, arrivato in Francia, dopo essere passato dall’Italia. Secondo le ultime comunicazioni del Viminale, non sarebbe “mai stato segnalato dalle autorità di Tunisi“, al contrario di altri. Neanche “sotto il profilo della sicurezza nei canali di intelligence“.
Dal Viminale si apprende che l’uomo “era clandestinamente sbarcato a Lampedusa il 20 settembre scorso e successivamente destinatario il 9 ottobre di un decreto di respingimento con ordine del questore di abbandonare il territorio nazionale entro 7 giorni“.
Finito il periodo di sorveglianza sanitaria, tra l’8 e il 9 ottobre l’attentatore era sbarcato a Bari, dove è stato sottoposto alle procedure di identificazione e fotosegnalamento.
Alcuni dei passeggeri della Rhapsody, tra cui anche Aoussaoui, avevano ricevuto il decreto di espulsione del prefetto con l’ingiunzione a lasciare il Paese entro sette giorni.
Intanto, “sulla vicenda del cittadino tunisino che transitato dall’Italia ha poi compiuto il sanguinoso attentato in Francia“, il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ha richiesto le audizioni della ministra dell’Interno Lamorgese e del capo della Polizia Franco Gabrielli.
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