Nizza, caccia ai complici del killer: fermate 6 persone

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Una folla ha reso omaggio alle vittime della strage del 14 luglio a Nizza, riempiendo la Promenade des Anglais; fischi per il premier Manuel Valls, presente a Nizza, in rappresentanza del governo, applausi per gli agenti di Polizia, identificati dai cittadini come i veri eroi dell’ennesima strage che ha colpito la Francia. Continua anche la processione per lasciare fiori e ricordi per chi ha lasciato la vita sul lungomare nizzardo, ma nel luogo in cui è stato ucciso il killer, Mohamed Lahouaiej Bouhlel, la gente sta lasciando pietre e spazzatura, in segno di disprezzo. Mentre tutta la nazione ha ricordato le vittime, emergono nuovi dettagli su quanto accaduto. Prima dell’attentato di Nizza, il terrorista ha effettuato dei sopralluoghi con il camion il 12 e 13 luglio sulla Promenade des Anglais e inviato un sms a un complice in cui richiedeva più armi. Spuntano nuovi particolari sulla strage del 14 luglio e soprattutto un nuovo ritratto del killer che non avrebbe agito da solo. C’è anche il dettaglio dei 100mila euro che alcune fonti riferiscono aver inviato alla famiglia in Tunisia, il selfie scattato prima della strage e inviato al fratello: quella che all’inizio sembrava l’azione di un lupo solitario appare sempre più come un piano ben orchestrato. Le indagini, ancora in corso, hanno portato al fermo di sei persone, tra cui una coppia di albanesi: il loro interrogatorio è affidato all’antiterrorismo di Parigi dove sono stati trasferiti.

CAMION SULLA FOLLA, È STRAGE A NIZZA: 84 MORTI

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I dettagli che emergono dalle indagini mostrano un quadro diverso da quello che appariva nei primi momenti della strage. Al momento le stesse autorità francesi, a partire dal ministro degli Interni Bernard Cazeneuve, non hanno ufficializzato il legame con il terrorismo di matrice islamica anche se sempre più elementi portano in quella direzione.

LA RIVENDICAZIONE DELL’ISIS

La strage di Nizza è stata infatti rivendicata dall’Isis con un comunicato diramato dall’agenzia Amaq, considerata vicino al gruppo terrorista, e riportato dal gruppo di monitoraggio delle attività jihadiste sul web ‘Site Intelligence Group’ nella mattinata di sabato 16 luglio, a due giorni dall’attacco. Secondo quanto scritto nel testo, l’attentato che ha provocato 84 vittime è stato fatto da un “soldato dello Stato islamico“. Nello specifico, la nota chiarisce che Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il franco-tunisino di 31 anni che la sera del 14 luglio ha falciato la folla a Nizza, “ha eseguito l’operazione in risposta agli appelli lanciati per colpire i cittadini di Stati che fanno parte della coalizione che combatte lo Stato islamico“. Inoltre, il notiziario della Bayan Radio, emittente del sedicente Stato Islamico, ha riportato la notizia dell’attacco di Nizza ricordando che “gli Stati crociati non sono sicuri“.

Il procuratore di Parigi Francois Molins, che coordina il team di magistrati e l’unità antiterrorismo, lo aveva già anticipato nel corso della conferenza stampa: la strage aveva una chiara impronta jihadista, ma le autorità sono ancora molto caute nel definire la matrice dell’attentato. La Polizia ha fermato alcune persone vicine alla cerchia dell’attentatore e, secondo fonti Reuter, sarebbero in corso altre perquisizioni. Sabato le forze di polizia hanno arrestato 3 persone che fanno parte della “stretta cerchia” di conoscenze dell’attentatore. Domenica sono finiti in manette anche un uomo e una donna. L’ex moglie dell’attentatore è stata rilasciata.

FARNESINA RIDUCE ITALIANI DISPERSI
Intanto la Farnesina ha comunicato di aver rintracciato altri italiani dispersi.“Ci sono ancora 85 persone ricoverate in ospedale, di cui 29 in rianimazione, tra le quali un bambino, la cui diagnosi resta riservata”: lo ha detto Marisol Touraine, ministro francese della Sanità, spiegando che manca solo una vittima da identificare. La Farnesina ha comunicato che la lista dei dispersi italiani si sta riducendo. A parte il ritrovamento di Marinella Ravotti e del marito, la coppia di Cuneo, non sono stati divulgati ulteriori dettagli. Sabato sera di parlava di una ventina di italiani di cui non si hanno notizie. Tra di loro una famiglia di origine ebraica: Salvatore Sal Sermoneta, Wioletta Podpora e la figlia Siead. Il console generale d’Italia a Nizza, Serena Lippi, ha spiegato: “Le operazioni di riconoscimento delle vittime sono delicate e complesse. Le autorità francesi stanno adottando una procedura lunga ma molto precisa. I corpi erano in uno stato irriconoscibile e i francesi prima di dare informazioni vogliono essere sicuri. Stiamo ricevendo lo stesso trattamento che ricevono tutti i miei colleghi stranieri”.

SMS E SOPRALLUOGHI PRIMA DELL’ATTENTATO
Secondo gli inquirenti, Mohamed Lahouaiej-Bouhlel prima di fare strage sul lungomare ha inviato un sms con scritto “invia più armi”. Stanno cercando di capire chi fossero i destinatari, con ogni probabilità complici. Inoltre il terrorista nei giorni precedenti ha fatto almeno due sopralluoghi nella zona dell’attentato: a riprenderlo alla guida del camion le videocamere di sorveglianza.

CHI È MOHAMED BOUHLEL, IL KILLER DI NIZZA

C’è però un altro aspetto del killer che emerge con sempre più chiarezza: Mohamed Bouhlel avrebbe sofferto di gravi problemi psichici fin da quando era in Tunisia. È il padre a rivelarlo all’emittente francese Rtl: “Ha passato dei periodi difficili, l’ho portato da uno psichiatra. Ha fatto dei trattamenti e il medico ci disse che era affetto da una malattia grave“, ha dichiarato, mostrando dei documento risalenti al 2004. Ha anche aggiunto che il figlio a volte era “instabile, perfino violento“, ma che i contatti tra loro si erano ridotti da quando si era trasferito in Francia. “Qualche telefonata di tanto in tanto. L’ultima volta che l’ho sentito è stato è la scorsa settimana, ha salutato tutti. Non abbiamo notato nulla di strano, sembrava normale” .

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Tanti sono gli elementi che le autorità dovranno chiarire. Le testimonianze dei vicini concordano con il ritratto fatto dal padre di una persona instabile, che arrivò a strappare i peluche dei figli e che era gravemente depresso. La rivendicazione dell’Isis potrebbe rientrare in un disegno usato dal presunto califfato: rendere la sua presenza tangibile anche quando non c’è, come nel caso di Bouhel. A differenza di Bruxelles o Parigi, il killer di Nizza non risulta aver avuto contatti con imam radicali o aver viaggiato in Siria: secondo quanto raccontato da chi lo conosceva non era particolarmente religioso, non aveva fatto il Ramadan, beveva e mangiava carne di maiale. Un ritratto dunque non proprio in linea con un “soldato dell’Isis”.

A confermarlo anche il fatto che la polizia non ha trovato alcuna prova che l’autore del massacro di Nizza abbia giurato fedeltà allo Stato islamico, come è abitudine tra i terroristi prima di morire da ‘martiri’. Una fonte vicina alle indagini non esclude che “l’ordine” arrivi in realtà da messaggi di propaganda jihadista come quelli pronunciati dal portavoce dell’Isis al-Adanani che ha scritto “schiacciateli tutti”.

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